Troppo spesso si considera il formato IFC come l’equivalente di un file pdf relativo a un testo. Ed in parte è vero. Nel modello IFC esportiamo solo le singole istanze di famiglie o oggetti BIM e non tutta la famiglia o l’oggetto parametrico. Ma un file pdf può essere solamente letto e stampato, da Acrobat Reader, ma anche importato ed ampiamente editato con Acrobat.
Ecco, i così detti SDK BIM (Standard Development Kit), paralleli ai SDK interni ai singoli software di Authoring proprietari che permettono lo sviluppo dei così detti plug in interni agli stessi, sono moduli software che svolgono vari compiti su un modello BIM IFC: possono modificare il modello BIM IFC, possono estrarre dati dal modello IFC, possono aggiungere funzionalità ad un software (tipicamente possono produrre un modello IFC da un modello in formato proprietario, come succede nei maggiori software di BIM Authoring presenti sul mercato), possono svolgere una analisi energetica o dar vita a software di gestione delle facilities.
E tutto questo in un ambiente condiviso, dove far confluire modelli generati con software diversi. Ne è evidente, quindi, la grandissima valenza in un orizzonte di sviluppo del BIM.
E’ comprensibile, quindi, l’importanza di norma(lizza)re sempre più capillarmente i software che gestiscono il formato IFC ed è quindi rilevante la notizia che si è formato un gruppo specifico, nell’ambito di Building Smart International, denominato IFC 4.3 Software Certification Pilot, di cui puoi leggere gli obbiettivi e gli sviluppi nell’articolo allegato.
Livio Izzo
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Finalmente un articolo che parte dai limiti e dalle lacune della IA e ragiona su come la si può “aiutare” a darci una mano, dribblando le sue “allucinazioni” nell’ambito della progettazione con tecnologia BIM.
L’IA Non è Trasparente, nel senso che non ci dice come fa a prendere certe decisioni, e non è infallibile… anzi, spesso fallisce!
Ma stiamo in ambito di Progettazione in BIM e quindi ci sono professionisti “umani” e c’è una tecnologia affidabile: il BIM. Quindi possiamo integrare la grande velocità e poliedricità della IA mitigandone gli aspetti critici con gli altri due apporti.
Articolo molto interessante perchè finalmente non si parla solo di perdite di controllo e di posti di lavoro… anzi!!!!
Livio Izzo
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Il Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, ha tratteggiato il forte impulso alla digitalizzazione contenuto nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici.
Ma non si parla solo di BIM, tutt’altro.
Tutta la parte procedurale della gara è digitalizzato, così come le informazioni di ciascun Operatore Economico sono contenute nel Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico, per prevenire moltiplicazioni di documenti, e tutte le informazioni sulle gare sono contenute nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP) per trasparenza ed efficacia.
Tante sono le implicazioni che diramano da queste novità e che riguardano: SA, Imprese, Professionisti e Produttori di materiali per l’Edilizia.
Una vera rivoluzione che avrà sicuramente bisogno di un periodo di rodaggio ed assestamento come è avvenuto, p.e., al nuovo Prezzario della Regione Lombardia che ha destabilizzato gli operatori essendo strutturato in maniera totalmente diverso da quello in vigore da decenni.
Sta anche a noi professionisti adeguarci velocemente al nuovo scenario e contribuire alla condivisione e superamento delle inevitabili difficoltà.
Livio Izzo
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Il Giornale dell’Ingegnere
BIM Stories
Storie di Bimizzazione di Organizzazioni tecniche
Con la tappa odierna del nostro viaggio approdiamo finalmente in cantiere, fase cruciale per cogliere i frutti di una progettazione in BIM in contemporanea per le tre discipline principali: Architettura, Strutture e Impianti. Se il progetto è stato redatto secondo i canoni della interazione digitale, tutto il tempo speso (in più rispetto a metodi 2D) in questa fase dovrebbe essere restituito, con gli interessi, in fase di cantiere, dove tutte le interferenze e/o incongruenze e/o imprecisioni dovrebbero già essere state risolte ed il lavoro dovrebbe fluire senza o con molti meno intoppi. A maggior ragione se sono state contaminate di BIM anche le attività di Progettazione della Sicurezza.
Ma gli strumenti, le informazioni e le rappresentazioni in cantiere, per le lavorazioni, la fasizzazione, la DL, il PM e la sicurezza (8D), sono specifiche ed “altre” rispetto a quelle necessarie nelle fasi di progettazione e la tecnologia BIM in questa fase è forse meno evoluta ma sicuramente meno applicata e misurata che nelle fasi precedenti.
Ciononostante ed inesorabilmente le organizzazioni che operano prevalentemente o comunque massicciamente in fase di cantiere si stanno cimentando nell’utilizzo delle tecnologie esistenti e, come in tutte le attività pioneristiche, per ottenere risultati devono procedere per prova ed errore, pagando lo scotto di eventuali insuccessi ma anche maturando molta esperienza rispetto a chi non si ingaggia su nuove strade.
Per raccontarci lo stato dell’arte della propria organizzazione in questi campi ci riceve oggi la J+S Spa nella persona dell’Ing. Andrea Iannone, CEO e socio fondatore della engineering, assieme all’Arch. Federico Sturaro, socio e Coordinatore della BU architettura che, con la consulenza del Prof. Marco Trani, che nella BIMizzazione del cantiere e della sicurezza è sicuramente una punta di diamante nazionale, hanno portato molto avanti le applicazioni concrete ottenendo riscontri molto positivi e che, in alcuni casi complessi, hanno reso fattibili situazioni oltre il limite degli strumenti usuali.
Ma la J+S opera non solamente nella edilizia civile ma anche nelle Infrastrutture, disciplina che, anch’essa, è stata contaminata dal BIM in epoca più recente e la J+S, che ha nel suo DNA l’esplorazione di nuovi strumenti e tecnologie, non poteva non esplorare ed applicare il BIM anche in questo campo in cui ci accompagnerà l’Ing, Matteo Bernareggi, socio e Coordinatore della BU Infrastrutture. Anzi, inizieremo proprio con il tema della progettazione delle infrastrutture per poi trattare, a consuntivo di tutte le discipline, la visitazione del cantiere.ABSTRACT
Livio Izzo
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La Cava Costiolo-Forcella in Val Brembilla rappresenta uno dei siti di estrazione di calcare in sotterraneo più estesi d’Italia e d’Europa, oggetto di numerose visite anche dall’estero per la tecnologia impiegata e l’attenzione prestata agli aspetti ambientali. Lo scorso 14 giugno, l’Associazione Attività Aggregative Ingegneri Bergamo – Sport e Cultura ha organizzato, in stretta collaborazione con l’Ordine, una visita tecnica all’interno dello stabilimento di Brembilla alla scoperta di questa importante realtà del settore minerario presente sul nostro territorio, colonna portante dell’industria e del settore delle costruzioni in Italia e nel Mondo.
L’interessante articolo dell’ing. Facheris pone l’attenzione in particolare sulla metodologia di estrazione in sotterraneo “sublevel stoping” e sulla complessità produttiva dell’impianto di trasformazione del calcare estratto in cava ad elevato grado di automazione.
AM
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Articolo_cava_Costiolo-Forcella
Il BIM e la Sicurezza in cantiere…… una zona in corso di esplorazione.
Non siamo all’anno zero ed il BIM ha già un ruolo molto concreto nella gestione della sicurezza, in particolare con l’utilizzo della modellazione non solo dell’edificio da costruire ma anche delle opere provvisorie: ponteggi, movimento terra etc,,,,,
Ed è intuitivo quanto si possa meglio visualizzare e gestire eventuali interferenze con un modello tridimensionale……
L’intervista di Livio Izzo ai responsabili di una Società di ingegneria all’avanguardia nel settore della Bimizzazione, e le impressioni che ne ha avuto,, sono fedelmente riportate nei due precedenti capoversi a questo brevissimo commento. Aggiunge, Livio, che si tratta di quanto è già stato concretamente applicato, sottintendendo che il futuro prossimo ci prospetta utilizzi del BIM ancora più entusiasmanti.
Ne consigliamo la lettura, affinché ognuno pensi a come gestire, o come contribuire col suo lavoro di specialista, al progresso e all’oggettività del proprio operare.
il CDR
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L’incontro di questa puntata di BIM Stories avviene in una sede “dove tutto nasce”: una PA, cioè una Committenza Pubblica che diventerà l’Ente Concedente per un Progetto e, poi, per una Costruzione. Incontriamo il Geom. Alessandro Betassa, BIM Manager e BIM Coordinator con certificazione ICMQ per entrambi i ruoli nonché Tecnico Responsabile Servizi Digitali dei processi interni del MIT – Provveditorato alle Opere Pubbliche di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.
Qui i progetti sono preceduti dal processo di generazione del bisogno, dalla elaborazione della idea fino alla definizione dell’opera da Progettare definita digitalmente per chi gareggerà per progettarla, costruirla e poi per gestirla.
La digitalizzazione qui ha una connotazione molto più vasta del “semplice” BIM e lo stesso BIM qui non è mirato alla Progettazione vera e propria quanto al monitoraggio di quanto avviene a valle secondo le varie competenze: progettisti delle varie discipline, cantiere e, soprattutto, conformità ai requisiti di gara, compresi i tempi di realizzazione, ma deve dialogare anche collateralmente, con gli altri Enti Pubblici cointeressati al progetto: Enti locali, Soprintendenza, VVFF etc. Significativo è il fatto di avere sviluppato in casa molteplici competenze come BIM Manager, BIM Coordinator e CDE Manager e nessuna figura di BIM Specialist.
Il Geom. Betassa è l’Animatore della digitalizzazione nel Provveditorato e con questa intervista ci fa vivere e rivivere tutto il processo di BIMizzazione di questo Ufficio che, a consuntivo, emerge come una BIM Story sicuramente da guardare con attenzione ed interesse e che ci spinge a provare entusiasmo e fiducia nella veloce trasformazione in atto nel nostro Paese.
Livio Izzo
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BIM_Stories_03_Betassa
Nel nostro avvincente viaggio fra storie di BIM, simili fra loro ad un livello epidermico ma profondamente uniche se “ascoltate” con attenzione, oggi siamo ospiti di una delle più grandi industrie di prefabbricazione in Italia che, nell’arco di alcuni anni, ha implementato diversi aspetti della materia ed altri ne ha, all’orizzonte.
Il primo aspetto è l’interazione con i Progettisti: per proporre una propria soluzione, il prefabbricatore riceve un progetto architettonico e/o uno strutturale ed è agli stessi professionisti che propone una propria ingegnerizzazione del progetto oltre che del cantiere. Come avviene questa parte in BIM?
Un attimo dopo aver condiviso gli aspetti tecnici con i Professionisti, occorre fare una offerta al Committente e come, se non con il livello 5D (costi), si può gestire meglio l’estrazione delle quantità da un Modello BIM?
A questo punto subentra il calcolo strutturale ed il modello BIM deve interagire col modello FEM: quali sono i colli di bottiglia e le soluzioni, realizzate o potenziali di interazione fra i due mondi: a monte, per tradurre un modello BIM in un modello FEM e, a valle, dei postprocessor, per popolare di armature gli oggetti “vuoti” del modello BIM?
Arrivati alla produzione quali procedure, realizzate e/o in fase di sviluppo, sopravvengono per la creazione degli esecutivi, dal modello BIM ora popolato di armature e per il passaggio delle informazioni di dettaglio al gestionale?
Ed infine, per la gestione del cantiere, cosa se non il livello 4D (tempi) abbinato ad un Gantt può accompagnare in maniera più efficace la logistica, il montaggio e l’interazione con le altre lavorazioni contestuali?
Per dare una risposta a queste domande, fra quelle possibili, incontriamo l’Ing. Marco Bifulco, Project & BIM Manager della Manini Prefabbricati S.p.A. di Santa Maria degli Angeli (PG).
Livio Izzo
Delegato CNI in UNI Comm. BIM
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BIM_Stories_02_Manini
La commissione tecnica UNI/CT 033/SC 05 ha elaborato la guida UNI “Guida alle norme per le costruzioni digitali – La parte 0 della UNI11337” per interagire con le norme relative alla gestione in BIM, al fine di supportare ogni operante nel processo edilizio, dal committente al gestore dell’opera, nella gestione digitale delle costruzioni.
Il documento permette di orientarsi sul pacchetto normativo a disposizione, a partire dalla norma nazionale per eccellenza che regola il BIM, la serie UNI 11337. Essa si rivolge a tutti gli attori del processo edilizio, soprattutto progettisti e stazioni appaltanti, e si applica a tutti gli interventi edilizi, comprese le infrastrutture.
La guida è divisa in tre sezioni:
Parte 1: viene descritto cosa si intende per BIM e gestione digitale delle costruzioni, quale vantaggio potrebbe derivare da questo percorso di innovazione, chi c’è dietro al lavoro normativo e come riconoscere le norme che ricadono ai sensi del regolamento europeo.
Parte 2: viene fornito l’approfondimento alle principali norme sul BIM in particolare la serie UNI 11337 e la serie UNI EN ISO 19650. Nel testo è presente una mappa concettuale sul pacchetto normativo e ciascuna norma è descritta secondo i parametri di scopo, a cosa serve, quando usarla e chi la dovrebbe usare.
Parte 3: nella parte finale, la guida si conclude con un glossario dei termini e definizioni sul BIM, compresi gli acronimi e la relativa traduzione inglese.
Questo importante documento offre una fotografia sulle norme attualmente in vigore e che possono essere usate fin da subito, e sarà costantemente aggiornata con le nuove norme che verranno pubblicate in futuro.
UNI
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BrochureBIM2024-1
Nel nostro viaggio fra le diverse applicazioni del BIM, oggi visitiamo una organizzazione che fà ampio uso dell’HBIM, alias Historical BIM, che la BP&P di Torino applica prevalentemente agli edifici storici di pregio, facendoli rivivere per restituirli alla Città. Nel suo caso, a Torino ed a Milano.
E’ l’aspetto operativo della Riqualificazione Urbana che, come Sito Culturale dell’OIB, abbiamo già affrontato con altri contenuti perchè ci coinvolge a tutti i livelli di scala…… e sicuramente molto anche a livello cittadino.
In questa intervista, all’Arch. Grillo ed all’Ing. Rampino, si affronta il tema a livello sia operativo che imprenditoriale.
Livio Izzo
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Articolo BP&P