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Prima di ascoltare l’intervista rilasciata dall’avvocatessa Sara Valaguzza  è bene ricordare che l’8 Febbraio del 2022 la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge per modificare gli articoli 9 e 42 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente. Entra così, tra i principi fondamentali della Costituzione anche la salvaguardia dell’ambiente, senza che gli italiani ne sapessero nulla. Ma in questo caso può essere un bene, perché ha evitato che i partiti si accapigliassero fra loro, per attribuirsene il merito.

Evidenzio le modifiche apportate all’Art.9.

La Repubblica promuove lo sviluppo della ricerca scientifica. Tutela il paesaggio e il patrimonio artistico e storico  della Nazione. TUTELA L’AMBIENTE, LA BIODIVERSITA’E GLI ECOSISTEMI, ANCHE NELL’INTERESSE DELLE FUTURE GENERAZIONI. LA LEGGE DELLO STATO DISIPLINA I MODI E LA FORMA DI TUTELA DEGLI ANIMALI.

All’Art. 41

L’iniziativa economica e privata è libera. Non può svolgersi in contrasto o in modo da arrecare danno alla libertà, alla dignità umana, ALLA SALUTE E ALL’AMBIENTE. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e AMBIENTALI.

Questo è quanto riguarda tutti noi, cittadini italiani. Speriamo che questo passo in avanti sia già recepito, o venga presto recepito dalle altre nazioni: almeno da quelle dell’Ue, che da anni attendono una Costituzione Europea.

In quanto ingegneri, non è fuor di luogo pensare alle conseguenze che queste poche parole  inserite in Costituzione avranno sul modo di progettare e costruire. L’impatto soprattutto sulle PMI non sarà trascurabile, con costi diretti e indiretti (certificazioni, ecc. ecc.), ma neppure le stazioni appaltanti, specie se pubbliche, avranno vita facile. Ad esempio, nel giustificare di avere aggiudicato ad un costo superiore la realizzazione di un’opera, determinando che un appaltatore rispetti, più di altri, i dettami della Costituzione.

Ascoltate  e riascoltate (se ne avete il tempo) cosa anticipa su questo tema Sara Valaguzza nell’intervista che segue. Io ricordo solo che ogni procedimento dovrebbe basarsi su dati oggettivi: facile da determinare a parole, difficile nella realtà.

 

Gen Guala

 

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video intervista rilasciata dall’avvocatessa Sara Valaguzza

 

 

 

 

 

 

 

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La qualità dell’aria in ambienti confinati, soprattutto con la pandemia, diventa un aspetto molto importante da tenere in considerazione nell’edilizia, sia quella esistente sia nelle nuove costruzioni.

Si propone una attenta analisi delle tipologie di inquinanti e dell’effetto che gli stessi possono causare sull’uomo.

Lo sviluppo di tecnologie impiantistiche di VMC o comunque sistemi di ricambio d’aria con sezioni di recupero calore e sezioni filtranti diventano elementi imprescindibili nei locali chiusi climatizzati.

Ing. Marta Mascheroni

 

Aprire le finestre per ricambiare l’aria è un gesto a tutti familiare e naturale ma spesso lo compiamo non coscienti delle (contro)implicazioni nè delle alternative che ci offre la tecnologia: la Ventilazione Meccanica Controllata.

Se non “addetti ai lavori”, come i ns Colleghi impiantisti sicuramente sa(p)ranno, pensiamo inconsciamente che la VMC sia roba da grattacieli, dove non si possono aprire le finestre, ed invece no, stiamo parlando di una differenza determinante anche per (tutte) le nostre abitazioni o uffici.

La Collega Arch. Raisa ci porta per mano a passare in rassegna la miriade di differenze, sul piano della ns salute, fra aerazione e ventilazione invitandoci tutti ad entrare, anche se un pò in ritardo e “grazie al covid” nel terzo millennio.

Il CdR

 

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La ricerca di nuovi materiali sia strutturali che isolanti è una delle frontiere che devono essere ricercate per limitare l’uso di componenti plastici di origine fossile, oggi largamente utilizzati, il cui smaltimento nel futuro si prospetta sempre più problematico anche per la ridotta possibilità di riciclo.. Questo articolo ci propone un componente vegetale, il bambù, come materia prima di pannelli isolanti, ricordiamo che questo materiale è largamente utilizzato in Oriente, India in primis, come componente strutturale dei ponteggi in edilizia.
L’articolo ci ricorda una volta di più come la ricerca a 360 gradi sia l’unica via di uscita da un mondo che lentamente ma con determinazione deve uscire dall’uso dei materiali provenienti da fonti fossili.

 

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bambu_moso

 

 

 

 

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Il tema dei nodi iperstatici, nelle strutture prefabbricate, è sicuramente un punto cruciale e dove la tecnologia sta facendo forti progressi.

Lo schema a vincoli di cerniera, da quando tutta l’Italia è “diventata” zona sismica, è sempre meno praticabile nella forma originaria e si stanno sviluppando sistemi a Nodo Umido Strutturale realizzati con diverse morfologie.

Già sul nostro sito avevamo ospitato un articolo su questo tema: https://ingegneribergamo.online/sistema-costruttivo-a-nodo-umido-strutturale-lanello-di-congiunzione-fra-due-tecnologie-mature/

Con l’articolo allegato il collega Stefano Knisel, esperto in tema di prefabbricazione, condivide altre morfologie di nodo iperstatico realizzati sotto la sua esperienza diretta.

Il CdR

 

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L’Asseverazione della congruità delle spese è diventata una attività improvvisamente molto diffusa fra i Professionisti tecnici ma abbiamo capito anche trattarsi di una attività piena di rischi e di insidie.

Nell’articolo allegato, la Collega Marsetti compie una disamina dei modi migliori per coprirsi le spalle da sorprese e ci mette in guardia anche da quali sono i rischi nascosti fra quelli reali e le coperture efficaci fra quelle possibili.

Il CdR

 

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La Smart Safety: innovazione e digitalizzazione a servizio della sicurezza in cantiere.
L’evoluzione della tecnica nelle attività di cantiere, l’utilizzo di nuovi materiali, nuovi macchinari ed attrezzature digitali, porta necessariamente al bisogno di innovazioni tecnologiche e nuove metodologie a supporto delle strategie di prevenzione e protezione dai rischi adottate in cantiere dalle figure che hanno responsabilità nella gestione della sicurezza.
Recentemente sempre più professionisti ed imprese si stanno dotando di strumenti innovativi non solo per migliorare la propria produttività ed efficienza, ma anche come ausilio nel miglioramento degli standard di sicurezza. Si parla molto di Realtà Virtuale (“Virtual Reality”) e Realtà Aumentata (“Augmented Reality”) per la formazione esperienziale, dell’utilizzo di tecnologie BIM (“Building Information Modelling”) per la rappresentazione del cantiere e RFID (“Radio Frequency IDentification”) per il tracciamento in tempo reale di lavoratori, macchine ed attrezzature. Molto diffuse anche tecnologie nate per supportare altri settori ma ormai largamente sviluppate ed adoperate in cantiere, come sensori intelligenti portatili od indossabili, droni, robot e applicazioni mobili per tablet e smartphone. Meno noto, ma con un potenziale grandissimo nel campo della sicurezza in cantiere, l’utilizzo di intelligenza artificiale, machine learning e blockchain per supportare le figure che hanno responsabilità nella gestione della sicurezza nel loro ruolo di controllo e verifica.

L’articolo vuole rendicontare, seppur in maniera sintetica, alcune delle più interessanti innovazioni tecnologiche, basate anche su esperienze dirette sviluppate dalla nostra società, a supporto dell’attività delle figure che hanno un ruolo di responsabilità nella gestione della sicurezza in cantiere. L’obiettivo è quello che quanto rendicontato possa essere utile spunto nel contesto del processo di transizione digitale che consenta un più moderno approccio alla gestione della sicurezza in cantiere con l’obiettivo di garantire un sempre maggiore livello di sicurezza dei lavoratori.

 

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Il calcestruzzo armato è al contempo il materiale più versatile e diffuso nel mondo delle costruzioni ma è anche una delle più grandi fonti di CO2. Non meraviglia quindi che le Associazioni di Imprenditori e di Professionisti, che di questo materiale vivono da centinaia di anni, si stiano occupando con dovizia di impegno e di risorse per diminuirne velocemente l’impronta di carbonio per non perdere terreno nei confronti di altri materiali.

E’ in questo scenario che riportiamo il seguente encomiabile impegno di studio e di proposte molto concrete offerto in bozza agli stakeholder per accoglierne i contributi in vista del documento finale destinato a trasformarsi in idee per il normatore.

Riportiamo anche, nell’abstract seguente, l’approccio, le motivazioni e le modalità di compilazione, della Guida proposta, redatto e  pubblicato da INGENIO.

Il CdR

 

Nel Regno Unito il Green Construction Board e l’Institution of Civil Engineers hanno lavorato insieme al fine dei definire una Guida per il calcestruzzo a basso tenore di CO2 sotto gli auspici del Low Carbon Concrete Group.

La Routemap fornisce raccomandazioni per estrarre il carbonio dal cemento. Questi includono proposte su sette filoni, con il capitolo otto che è una sintesi che include una tempistica per i miglioramenti.

“Mentre il mondo digerisce i risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26), la pubblicazione di questa Routemap verso il calcestruzzo a basse emissioni di carbonio sembra sempre più urgente. Il calcestruzzo è il materiale da costruzione più diffuso. Nel Regno Unito rappresenta l’1% delle emissioni di gas serra, ma a livello globale, le emissioni di carbonio della produzione di cemento associate all’utilizzo del calcestruzzo potrebbero raggiungere l’8-9%.” ecco quanto afferma da Chris Newsome OBE, Green Construction Board member and chair, che prosegue “Poiché miriamo a ricostruire meglio nel mondo post-Covid, dobbiamo lavorare ancora di più per ridurre o eliminare il carbonio dalle risorse che cerchiamo di costruire. Questa mappa del percorso è stata creata da una vasta gamma di esperti, ognuno dei quali ha offerto volontariamente il proprio tempo. Rappresentano una sezione trasversale completa della catena del valore coinvolta nella definizione, progettazione, costruzione e fornitura di materiali per edifici e infrastrutture.”

Low Carbon Concrete Routemap: non rappresenta semplicemente un insieme di buone idee

“Questo documento non rappresenta semplicemente un insieme di buone idee – piuttosto, le strategie stabilite in ciascun filone sono indicazioni per un’interazione cooperativa tra tecnologia basata sulla scienza, materiali disponibili, abilità, conoscenze e approcci alla progettazione e alla consegna che creano un effetto combinato potenziato.”

E’ quanto afferma nell’introduzione Andrew Mullholland, Chair del Low Carbon Concrete Group, che aggiunge “Il focus legislativo è sul 2050; tuttavia, il nostro obiettivo è di mettere in atto una nuova norma entro il 2035 adottando un approccio graduale che inizi immediatamente. Non esiste un proiettile d’argento per affrontare la riduzione del carbonio nel settore delle costruzioni e rimane il fatto che alcune tecnologie non sono ancora abbastanza mature per contribuire a riduzioni significative fino a oltre il 2035. Pertanto, l’obiettivo della Routemap è dimostrare cosa possiamo usare oggi in termini di materiali, come possiamo sviluppare metodi di costruzione migliori e come possiamo utilizzare approcci progettuali intelligenti, nonché quali azioni sono necessarie e quando semplificare le specifiche di cemento e calcestruzzo.”

Questa Guida è un punto di inizio per la decarbonizzazione del calcestruzzo

“Il lavoro del Low Carbon Concrete Group (LCCG) del Green Construction Board non è completo, anzi, probabilmente è solo all’inizio poiché la Routemap rimarrà un documento in tempo reale soggetto ad aggiornamenti annuali mentre misuriamo e registriamo i progressi che facciamo nella decarbonizzazione, oltre a continuare a cercare di migliorare e adottare nuovi o migliori mezzi di riduzione del carbonio.”.

E’ sempre Andrew Mullholland a darci questa informazione utile, che ci fa capire come la strada per la decarbonizzazione sia solo stata avviata.

“Un’ultima parola da parte mia in qualità di presidente della LCCG: sono estremamente orgoglioso del lavoro svolto in questo documento negli ultimi 18 mesi e ciò che so e capisco ora è molto diverso da ciò che sapevo all’inizio. Questa mappa del percorso è stata modellata dai membri della LCCG che si sono riuniti perché volevano fare la differenza. Le loro opinioni, esperienze e competenze si sono unite come un vero consenso di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività di costruzione, il che dovrebbe fornire a te, lettore, la certezza che ciò che proponiamo è più che possibile.”

Definire un BENCHMARKING per la CO2 nel Calcestruzzo

E il documento afferma un passaggio chiave: che un futuro a zero emissioni di carbonio per il calcestruzzo può essere tracciato solo da una posizione di partenza accurata.

La LCCG ha lavorato con l’industria per stabilire limiti appropriati per classificare il calcestruzzo in base al carbonio.

È necessario ulteriore lavoro per costruire su questi dati e stabilire un semplice sistema di valutazione per il carbonio nel calcestruzzo.

Il trasferimento delle conoscenze: un passaggio chiave per la filiera del cemento

La tabella di marcia indicata dalla Guida per l’adozione di un calcestruzzo a basse emissioni di carbonio inizia con qualcosa che tutti i membri della filiera possono fare ora, ovvero condividere le conoscenze.

E’ quindi fondamentale diffondere il più possibile le informazioni relative a quello che debba essere un corretto percorso sul sentiero della sostenibilità per il calcestruzzo. In questo caso i soggetti britannici coinvolti spingono la filiera a una diffusione di questo documento, rimarcando che se il Regno Unito vuole raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2050, i comportamenti attuali devono cambiare.

Ecco perchè LCCG ha svolto un workshop e un’indagine per comprendere le barriere percepite all’adozione di calcestruzzi a basse emissioni di carbonio; i risultati di questa indagine sono riportati in tutta questa sezione.

L’indagine ha evidenziato l’importanza di codici e standard nell’adozione di tecnologie nuove ed emergenti. Circa l’11% degli intervistati ha citato la mancanza di inclusione negli standard esistenti e l’impatto che ha avuto sui fornitori di garanzia come barriera all’adozione di un calcestruzzo a basse emissioni di carbonio. Nel frattempo, il 31% degli intervistati è d’accordo con il feedback dei produttori sulla difficoltà di introdurre tecnologie a basse emissioni di carbonio, inclusa la mancanza di documenti di valutazione europei (EAD) o valutazioni tecniche europee (ETA).

Una barriera comunemente segnalata, confermata dall’indagine, è un approccio avverso al rischio alla progettazione strutturale.

Tuttavia, questa non è solo responsabilità dell’ingegnere strutturista. Con la collaborazione precoce e la condivisione delle conoscenze all’interno del team di progetto e della catena di fornitura, molte delle barriere percepite ai calcestruzzi a basse emissioni di carbonio possono essere mostrate come tali – percepite – ed essere affrontate con la progettazione strutturale e le strategie di progettazione della miscela di calcestruzzo.

In questa sezione, lo scopo è quello di sfidare alcune di queste percezioni e condividere le linee guida, con l’obiettivo di accelerare l’uso di calcestruzzi a basse emissioni di carbonio, ricordando che non possiamo e dobbiamo non guardare semplicemente all’intensità di carbonio di un cemento da solo: approcci di progettazione alternativi possono produrre un approccio appropriato ma utilizzare un cemento, miscelato o meno, con meno materiale.

Design e specifiche sul calcestruzzo e il suo impiego.

Il documento da delle istruzioni anche sul tema del design del calcestruzzo e della sua prescrizione.

Innanzitutto per ridurre al minimo la CO2 il team di progettazione dovrebbe utilizzare calcestruzzo con la “carbon foot print” più bassa in relazione ai particolari requisiti prestazionali nell’applicazione prevista.

Il design dovrebbe essere ottimizzato per utilizzare i materiali in modo efficiente per ottenere la più bassa CO2.

Per raggiungere questo obiettivo, il team di progettazione dovrebbe adottare le migliori pratiche nella selezione della forma dell’opera delle conseguenti scelte strutturali.

Si dovranno considerare tutti gli aspetti connessi: per esempio individuare la migliore soluzione – in termini sostenibili e non solo strutturali – tra prestazioni del calcestruzzo e dimensione delle strutture, e quindi anche quantità di ferro di armatura, di carpenterie, perdita  di capacità strutturale e durabilità nel tempo, attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, uso di materiali di riciclo, fine ciclo di vita …

Prima di iniziare la progettazione dettagliata, il progettista dovrebbe impegnarsi e collaborare con un tecnologo del calcestruzzo, un appaltatore del calcestruzzo e un fornitore di calcestruzzo sui requisiti di costruzione e sulla resistenza minima in servizio associata del calcestruzzo.

Stiamo parlando quindi di un nuovo approccio alla progettazione, in cui ogni figura del processo svolge un ruolo importante.

Un documento completo.

Queste linee guida rappresentano davvero un ottimo supporto per una strategia nazionale sulla decarbonizzazione del calcestruzzo. Non possiamo quindi che consigliarne la lettura.

 

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ASSOBIM ha pubblicato l’e-book “Il BIM negli appalti pubblici dopo il Decreto 312/2021”, pubblicazione inerente l’applicazione del Decreto Ministeriale n. 312 del 2 agosto 2021 contenente modifiche al Decreto Ministeriale n.560 del 1 dicembre 2017 (“Decreto BIM” o “Decreto Baratono”) per la progressiva introduzione di metodi e di strumenti di gestione informativa per l’edilizia e per le infrastrutture da parte della Domanda Pubblica.

“Il BIM è uno dei driver fondamentali all’interno della strategia di digitalizzazione delle del settore delle costruzioni, e il decreto 312 ne sottolinea, confermandolo, il ruolo centrale nella transizione digitale che le amministrazioni pubbliche stanno portando avanti.”  – dichiara l’Ing. Adriano Castagnone, Presidente ASSOBIM – “Con questa pubblicazione intendiamo approfondire le molte novità introdotto dal legislatore, oltre che informare e sensibilizzare sulla diffusione del BIM nei processi degli appalti pubblici.”

La nuova pubblicazione è frutto del lavoro congiunto di Simone Garagnani, ricercatore e docente per i corsi di Civil Engineering e in Ingegneria Edile-Architettura a Bologna e per il corso di Ingegneria dei Processi e dei Sistemi Edilizi a Ravenna, di Cristian Barutta e Andrea Versolato, avvocati specialisti in consulenze BIM con una consolidata esperienza nelle problematiche in materia di diritto amministrativo e degli appalti pubblici, e di Chiara C. Rizzarda, esperto BIM che, oltre ad avere lavorato in alcuni dei principali studi di progettazione sia in Italia che all’estero, ha partecipato alla stesura della norma UNI 11337, uno dei testi di riferimento in materia di Building Information Modeling.

Scopo di questa nuova pubblicazione è l’analisi degli aspetti concernenti l’applicazione del Decreto Ministeriale n. 312 del 2 agosto 2021. Il BIM è uno dei driver fondamentali all’interno della strategia di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche e del settore delle costruzioni, che dopo la pubblicazione del Decreto Ministeriale n. 560 trova in questo nuovo provvedimento un nuovo testo di riferimento che introduce alcune importanti novità nella disciplina della materia. Il nuovo ebook, in particolare, si articola in tre capitoli, di cui il primo è dedicato alle innovazioni disciplinari per quanto riguarda tempi, definizioni e modalità di introduzione del BIM negli appalti pubblici. Il secondo capitolo si focalizza sugli strumenti e le modalità della trasformazione digitale nell’ambito della Pubblica Amministrazione, anche alla luce delle novità e degli strumenti introdotti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mentre il terzo e ultimo capitolo è dedicato alle ricadute delle novità introdotte dal nuovo decreto anche al di là del suo specifico ambito di pertinenza, gli appalti pubblici.

Questa nuova pubblicazione afferisce al progetto THINK BIM, attraverso cui ASSOBIM promuove la comunicazione e divulgazione della metodologia BIM nella filiera delle costruzioni in Italia.

“Con questo nuovo capitolo del percorso divulgativo THINK BIM” – conclude il Presidente Castagnone – “ASSOBIM prosegue il suo impegno nell’approfondimento culturale e disciplinare del BIM in Italia, nell’azione continua nei canali di dialogo a livello istituzionale, e favorendone la diffusione a tutti gli attori della filiera”.

 

Valerio Carena

 

 

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L’autore ha sintetizzato quanto riportato dettagliatamente nel  volume “Quì si fa il ponte” riguardo alle verifiche fatte nel 2010, su uno dei primi ponti in c.a. realizzati con questo materiale composito, trent’anni dopo una precedente manutenzione, richiesta anche per garantire la sicurezza del transito pedonale aggiungendovi a sbalzo due marciapiedi aggettanti dall’impalcato.

 

Pochi  notano questa pioneristica opera, percorrendo la tangenziale di Rovetta diretti verso il passo della Presolana, in quanto  il raccordo verso il paese è ormai mascherato dalla vegetazione, Un vero peccato, in quanto, anche se le strutture ad arco si considerano superate, può insegnare parecchio dal punto di vista estetico.

 

Le indagini dimostrano che il calcestruzzo è sempre stato un ottimo materiale, indispensabile per molteplici opere anche in futuro, nel logico rispetto di una ragionevole “neutralità” raggiungibile nell’emissione di CO2.

Gennaro Guala

 

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La riqualificazione del Teatro Donizetti è uno dei progetti più importanti portati a termine negli ultimi anni nella città di Bergamo a causa della sua grande significatività estetica. L’intervento sulle facciate è stato affrontato con una soluzione innovativa che ha permesso di limitare i carichi aggiuntivi sulle opere esistenti, di impiegare materiali di particolare durabilità e di conferire all’edificio l’effetto di continuità di finitura rispetto alle opere preesistenti.

Si tratta di un’applicazione che dimostra come la prefabbricazione in calcestruzzo, con le grandi varietà di soluzioni tecniche e di finitura che offre, possa essere positivamente utilizzata anche in settori e applicazioni in cui normalmente vengono adottati altri materiali e tecnologie.

Lo studio e la messa a punto del progetto, sia dal punto di vista tecnico che operativo, è stata certamente piuttosto complessa e onerosa, ma dimostra come le nuove tecnologie disponibili per i materiali cementizi aprano ampie e nuove possibilità di utilizzo.

Sinteticamente.:

I pannelli sono di due spessori. 45 mm per quelli della dimensione più ampia e ripetitiva (300X150 cmq) e di 35 mm per quelli della dimensione ripetitiva inferiore (240X80 cmq). La matrice cementizia è stata rinforzata con fibre di vetro.

Per quanto riguarda i colori erano richieste sei tonalità: è stata utilizzata una matrice a base cementizia bianca dosando quattro diversi pigmenti (nero, arancio, giallo e rosso) in percentuali diverse.

Il montaggio è stato effettuato tramite ponteggi fissi e piattaforma sollevante monocolonna, posizionati, ove necessario, sulla struttura esistente del teatro.

 

CdR

(L’articolo è stato estratto dalla rivista INGENIO al link allegato)

 

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