Filtra le notizie di tuo interesse

Si parla molto di Costruzioni ma troppo poco di demolizioni ma questo argomento è destinato ad assumere una importanza sempre maggiore in un’ottica di Economia circolare: Demolire per ricostruire senza consumo di suolo, Demolire selettivamente per il recupero dei materiali etc.

Ma la Demolizione ha bisogno di competenze specifiche che debbano redigere un Progetto, individuare un cronoprogramma, individuare le precise responsabilità dei soggetti, garantire la sicurezza e, ultimo ma non ultimo, ragggiungere il risultato.

Una vera e propria professione che non si improvvisa ma si costruisce passo passo, con teoria e pratica.

In questo articolo, il Collega Maurizio Vicarietti ci fà un efficace escursus della materia, con passaggi ed indicazioni precise ed operative, estremamente utili sia per approcciare la materia che per approfondire alcuni argomenti particolarmente sensibili come quello delle responsabilità e della sicurezza.

 

Livio Izzo

 

 

continua la lettura:

 

 

 

 

 

 

 

Condividi:

La sostenibilità ha un costo che potrebbe essere anche molto alto. Ma la strada è obbligata ed è meglio prepararci.

Nell’articolo allegato è affrontata in dettaglio la profonda trasformazione che la materia “Calcestruzzo” dovrà sostenere ed i costi che la società dovrà accettare.

Riportiamo qui le conclusioni ma la lettura dell’intero articolo è da una parte sconvolgente ma dall’altro è rivelatore e, per il futuro di ciascuno di noi e per prepararci ad affrontare professionalmente il tema, è bene cominciare a calarsi negli aspetti tecnici del problema perchè “LA SOSTENIBILITA’ INIZIA DAL PROGETTO”.

 

Il CdR

————————————————————————————–

“Per produrre miscele di calcestruzzo economiche e che soddisfino i requisiti metodologici ed i vincoli di costruzione attuali per le nuove infrastrutture, non abbiamo molte opzioni se non quella di massimizzare il volume di aggiunte minerali impiegando miscele binarie, ternarie o perfino quaternarie con esse in combinazione, e con percentuali ridotte di cemento Portland che agisce (quasi) solo da catalizzatore delle reazioni pozzolaniche.

La quantità minima di cemento per produrre miscele con sufficiente resistenza dipende dal tipo di aggiunte minerali con la loppa al primo posto in termini di volume di legante sostituibile, seguita delle ceneri, dal metakaolino e dalla microsilice per citare i prodotti più noti.

Per raggiungere quindi gli obiettivi del 2030 dobbiamo iniziare da subito a massimizzare il dosaggio di aggiunte riducendo il cemento Portland, ma adeguando nel contempo tutto il sistema di progettazione, specifica, accettazione e verifica di un calcestruzzo che sviluppa resistenza più lentamente e necessita di una cura prolungata.

Ma fino a che le specifiche non imporranno un valore massimo di impronta ecologica delle miscele di calcestruzzo così come impongono lavorabilità, resistenza minima ed altri parametri, sarà difficile poter rendere sostenibile l’insostenibile, perché le soluzioni proposte dalle imprese saranno sempre mirate a comprimere i tempi, non a dilatarli, se questi ritardi non gli sono permessi/riconosciuti finanziariamente. Quindi il cambiamento deve arrivare da progettisti e committenti, ed il ruolo del settore pubblico dovrebbe essere, e lo è in alcuni paesi illuminati del Nord Europa, il vero motore trainante del cambiamento.

Prima che il calcestruzzo 2.0 (che non usa più cemento Portland) sia disponibile commercialmente, dovremo invece attendere lunghi processi di standardizzazione e di adeguamento dei codici di progettazione. Questi sono certamente obiettivi a lungo termine (del 2050 ed oltre) mentre già oggi possiamo, con tecnologia basilare, iniziare a ridurre fortemente l’impatto ambientale della filiera iniziando con il cambiare interamente l’approccio con cui impostiamo nuovi progetti. Progetti che devono diventare scientemente più costosi da eseguire, perché rispettosi di certe regole ecologiche che oggi ancora non vogliamo seguire, solo per guadagnare tempo e risparmiare, senza però renderci conto di quello che realmente potrebbe aspettarci in futuro, se non iniziamo a cambiare mentalità…da ieri.

 

Michel di Tommaso

 

continua la lettura:

 

 

 

 

 

 

 

Condividi:

Ad oltre un anno dall’entrata in vigore della L.77/2020 si cominciano a delineare le ricadute dei Superbonus 110% in vari settori, non solo economico, dell’innovazione ma anche di rigenerazione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio con conseguenze ambientali e sociali positive.

Per questo e anche per diverse ragioni che portano a considerare tale beneficio più che sostenibile anche in termini di spesa pubblica, ci si augura che il termine di tale incentivo venga prorogato almeno fino a scadenza del PNRR che consentirebbe di avviare un sistematico piano di prevenzione sismica e rinnovamento energetico, generando nel medio e lungo periodo un risparmio per lo Stato, accentuando anche le ricadute positive di cui sopra.

Le analisi e i dati presentati in questo report del CNI rappresentano un primo step di studio suscettibile, più avanti, di ulteriori elaborazioni e revisioni.

 

 

continua la lettura:

 

 

 

Condividi:

Il Nuovo DDL per la riscrittura del Codice dei Contratti Pubblici nell’era DRAGHI è stato adottato dal governo un pò in sordina e soprattutto nel disinteresse, o nello scarso interesse, da parte dei Media e della Politica.

In realtà si tratta di redigere un quadro normativo sostanzialmente nuovo che possa rendere effettivamente realizzabili le opere previste nel nuovo PNRR.

In linea teorica sembra tutto ovvio e scontato: parole come semplificazione e responsabilizzazione così come la riduzione della burocrazia sono state pronunciate da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni ma certo non ne abbiamo mai visto la pratica realizzazione e gli unici lavori veloci sono stati realizzati in regime di Deroga, come il Ponte di Genova.

Ragionevolmente, si chiede di aderire più possibile alle regole europee senza aggiungerci molto di italico ma questo passa attraverso azioni di difficile italianizzazione come l’accorpamento delle Stazioni Applaltanti, l’istituzione di Stazioni Appaltanti ausiliarie, le competenze del procurement, il superamento della miriade di regolamenti e linee guida, la RESPONSABILIZZAZIONE dei decisori (quasi una bestemmia per chi pensa che sotto ogni decisore si nasconde un “approfittatore”……

E ce ne è anche per gli Ordini Professionali che hanno sempre ritenuto basilare il principio della separazione fra Progettazione ed Esecuzione che invece viene rivisitato in molte fattispecie (PPP, e progetti BIMizzati).

Per non parlare della giungla di contratti superabili con moderni accordi collaborativi, con il fine di fare le opere e non di fermarle al primo pretesto.

Insomma una vera rivoluzione di cui non si parla granchè, sotto l’anestetico di una delega totale a Draghi per farci utilizzare il recovery fund.

Eppure dovremmo parlarne perchè se riteniamo siano obbiettivi condivisibili dobbiamo collaborare a portarli “a terra” con il ns contributo di idee e se riteniamo ci siano degli errori è importante indicarli, con spirito proattivo, per cercare soluzioni adeguate.

Oltre al testo del DDL, propongo un articolo della Avv.to Sara Valaguzza, nota per la sua chiarezza e spregiudicatezza nella analisi e premio legalco+mmunity italian aword 2021 – Avvocato dell’anno amministrativo ambientale –  che mi sembra metta bene in evidenza i punti salienti, anche quelli critici, della Delega. Non lo propongo perchè lo condivida appieno ma perchè mi sembra un buono strumento per avviare un confronto di idee fra noi ingegneri, intanto, per poi confrontarci con gli altri attori della filiera.

 

Livio Izzo

 

 

continua la lettura:

 

 

 

 

 

 

 

 

Condividi:

Avevamo annunciato questo workshop organizzato dalla Commissione Ecologia & Ambiente per opera dei Colleghi Ingg. Livio Izzo, Edoardo Arcaini e Gianfranco Benzoni

L’Economia Circolare dalle parole ai fatti: Aggregati riciclati e artificiali per CLS

ed è stato all’altezza delle promesse: 12 qualificati relatori ci hanno dato uno squarcio più che completo di questo argomento sia sul piano tecnico che tecnologico che normativo che sulla ricerca e sulle applicazioni in atto.

Ecco un documento sintetico delle loro relazioni con allegate le relazioni stesse.

Penso sia ormai common knowledge quanto questo argomento sia centrale nell’ambito della economia circolare in cui stiamo entrando a grandi passi.

 

Il CdR

 

continua la lettura:

 

 

 

 

 

 

Condividi:

In questo articolo, lucidissimo, lungimirante, predittivo ed un pò provocatorio Andrea Dari mette in luce le implicazioni che il piano europeo fit-4-55 provocherà sul mondo delle costruzioni in generale e sulla filiera del Calcestruzzo Armato da un’altra.

 

E’ una analisi molto concreta, affatto fantasiosa, su cui dovremmo tutti riflettere molto attentamente per capire da che parte stare e, fra l’altro, quale mestiere praticare fra una decina d’anni.

 

Livio Izzo

 

continua la lettura:
articolo

 

 

 

 

 

 

Condividi:

Il DM 560/2017 impone alle stazioni appaltanti della PA l’uso del BIM secondo la seguente tempistica:

  1. d) Per le opere di importo a base di gara pari o superiore alla soglia comunitaria dal 1/1/2022;
  2. e) Per le opere di importo a base di gara superiore a 1 milione di euro il 1/1/2023;
  3. g) Per tutte le altre opere dal 1/1/2025.

Inoltre impone che l’applicazione del BIM esegua obbligatoriamente 3 attività preliminari:

  1. a) Un piano di formazione adeguato;
  2. b) Un piano di acquisizione di software ed hardware adeguato;
  3. c) “Un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.”

La relazione di accompagnamento al DM 560/2017 definisce l’atto organizzativo come “un disposto amministrativo che permetta alla domanda pubblica di interiorizzare i processi digitalizzati all’interno delle strutture e delle pratiche organizzative correnti”.

E’ comprensibile, quindi, come tutte le organizzazioni pubbliche, anche di media grandezza, come il nostro Comune di Bergamo, si stiano organizzando per questo processo che individuerà una ridefinizione di tutta la struttura organizzativa preposta a commissionare la costruzione e/o la manutenzione di opere pubbliche.

L’articolo allegato, dell’Ing. Roberto Giangualano di Harpaceas, delinea i vari aspetti che questa riorganizzazione dovrà toccare per apprestarsi a commissionare e gestire i lavori pubblici con approccio e strumenti digitali ed interoperabili con tutti gli altri attori del processo costruttivo: Progettisti, Imprese etc.

Livio Izzo

 

continua la lettura:
Atto_Organizzativo

 

 

 

 

 

Condividi:

Il BIM è uno strumento inutile, un’ulteriore incombenza imposta dalle norme?

Oppure è l’occasione per un cambio radicale di modus operandi?

Sono diversi gli esempi che, nella realtà, hanno dato ragione a questa seconda chiave di lettura; non pochi gli esempi in cui il BIM è stato scelto e adottato sebbene non ce ne fosse l’obbligo, proprio perché il BIM dà la possibilità di un maggior controllo sulla progettazione, con ottimizzazione delle tempistiche di produzione degli elaborati progettuali oltre a computi metrici perfettamente aderenti al progettato.

Anche l’esperienza dei piccoli studi, come quella dell’autrice dell’articolo, dà lo stesso riscontro: anche applicato ai piccoli progetti ha il suo perché!

Non per forza dobbiamo pensare al sistema BIM nel suo complesso (che probabilmente ci sembra inaffrontabile e soprattutto può rivelarsi difficilmente attuabile -perché non coinvolge solo il singolo studio-) ma possiamo cominciare a piccoli passi.

Nell’articolo, la collega Michela Bendotti ci racconta la sua esperienza…..

 

continua la lettura:
WHY_NOT

 

 

 

 

 

Condividi:

CEMBUREAU è l’Associazione Europea del Cemento. Ha base a Brussels e rappresenta, presso la Commissione Europea, tutte le Associazioni nazionali del cemento in tutti i campi di interesse europeo: tecnica, ambiente, energia, occupazione, salute, sicurezza, sostenibilità etc.

In vista degli obbiettivi europei di neutralità climatica, per il 2050, l’industria del cemento e del calcestruzzo ha elaborato un piano molto dettagliato che agisce per fasi e per ciascuno dei segmenti della filiera: Clinker, Cement, Concrete, Construction, Carbonation, le 5 C.

Per ciascuna di queste 5 “C” il piano segmenta ulteriormente il ciclo produttivo nelle singole fasi produttive e, per ciascuna di esse, analizza i margini di miglioramento (ambientale) individuando quelli concretamente raggiungibili e dando, per ciascuno di essi, un cronoprogramma di lavoro.

E non ci sono solo impegni perchè a fronte dei miglioramenti ambientali si prevedono veri e propri “risparmi” sulla “bolletta” energetica, quote ETS in primis ( https://ingegneribergamo.online/incredibile-in-questa-nostra-europa-commerciamo-diritti-ad-inquinare/ ), che dovrebbero finanziare tutto il progetto.

Insomma: un piano molto serio, concreto e credibile che vede una serie di milestone misurabili e su cui rendere conto.

E’ sicuramente un metodo di lavoro encomiabile per un settore industriale che ha già dimostrato, negli ultimi decenni, di essere credibilmente in grado di fare programmi e di mantenerli. Pensiamo p.e. all’uso del CSS, il Combustibile Solido Secondario derivato dalla lavorazione dei RSU, attualmente del tutto integrato nel ciclo di lavorazione del cemento..

Allego due documenti programmatici di CEMBUREAU molto dettagliati, nei segmenti e nelle fasi sopra riassunti, che è interessante leggere sia per poter assaporare un “metodo” di lavoro, necessario per progettare la road map verso il 2050, e sia per scendere scientificamente in ciascuno step del progetto e vedere concretamente quali scelte tecnologiche, organizzative e industriali possono essere messe in campo da una filiera produttiva. Ottimo spunto per stimolare la ns creatività e competenza di ingegneri nel dare il nostro contributo nei nostri rispettivi campi professionali.

Allego anche un documento che riassume l’organizzazione di base di una cementeria per individuare le singole fasi del ciclo produttivo su cui il piano individua singole e specifiche azioni di miglioramento ambientale.

Livio Izzo

 

P.S. Mi dispiace non aver trovato i testi in lingua italiana ma non mi è sembrata una ragione sufficiente per non divulgarli

 

continua la lettura:
manufacturing-process-factsheet_update-jan2021
cembureau-2050-roadmap_final-version_web
cembureau-2050-roadmap_executive-summary_final-version_web

 

 

 

 

 

 

Condividi:

SCENARIO ED OBBIETTIVI DEL WORKSHOP

Il mondo (occidentale) cammina a grandi passi verso l’Economia Circolare ma il percorso è accidentato: Abitudini, Tecnologia, Convenienze economiche e Vincoli normativi ne frenano il cammino che, quindi, và molto a rilento.

In questo Workshop ci caliamo in verticale sugli Aggregati Non Naturali per il Calcestruzzo armato. Tutti i tipi di aggregati non naturali: quelli da riciclo di cls tramite demolizioni selettive e frantumazioni o da recupero di scarti di produzione di manufatti prefabbricati e gli aggregati artificiali ottenuti per trasformazione di rifiuti industriali e/o urbani. Le possibilità sono veramente tante e non siamo certo all’anno zero ma il cammino è ancora lungo.

Con la partecipazione attiva dei maggiori stakeholders intendiamo fare il punto sullo stato dell’arte in questo campo, da diversi punti di vista, ed elaborare un documento da proporre ai normatori per attuare scelte coraggiose e difficili, consapevoli dei limiti e dei vincoli concreti con cui gli operatori debbono fare i conti ma anche informati sullo stato dell’arte della ricerca e, quindi, sulle prospettive concrete perseguibili in questo campo.

A questo fine i Relatori produrranno anche una sintetica (pro-)memoria sui temi portati al workshop che saranno raccolti in un unico dossier da proporre ai normatori.

Alleghiamo, oltre al programma completo del Workshop, anche la Relazione Introduttiva dell’Ing. Livio Izzo

 

continua la lettura:
programma completo
Relazione Introduttiva dell’Ing. Livio Izzo

 

 

 

 

 

 

Condividi:
replica Rolex replica watch