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L’approvvigionamento eticamente sostenibile delle materie prime critiche sarà uno dei grandi temi del prossimo futuro. Essenziali nella transizione energetica saranno l’ago della bilancia di un grande gioco economico/politico.

G.B.

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Terre_Rare


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L’articolo, riassume in modo esauriente quanto esposto in un recente seminario organizzato dalla Commissione Ambiente dell’Ordine degli Ingegneri da tre esperti del settore che fanno presenti le problematiche, a lungo sottaciute, legate all’insediamento di un impianto di produzione dell’acciaio nel cuore di Taranto, Riassume, pur nella concisione del testo, i recenti eventi riguardanti la ex ILVA, rimarcando le cause del suo declino e la possibilità di rimuoverle in futuro con il ricorso a nuovi processi tecnologici. Oltre agli aspetti tecnici, presenta una panoramica dei fattori economico commerciali che sono in grado di condizionare il mercato globale dell’acciaio.

Dall’aerofotogramma di copertina si evidenzia la “sproporzione” fra la città di Taranto e l’inglobamento di un quartiere residenziale nell’area industriale.

GG

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Locandina_Fronte

Locandina_Retro

Ex_Ilva,_l_acciaio_oltre_il_carbone,_quale_futuro


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Nel nostro viaggio fra le diverse applicazioni del BIM, oggi visitiamo una organizzazione che fà ampio uso dell’HBIM, alias Historical BIM, che la BP&P di Torino applica prevalentemente agli edifici storici di pregio, facendoli rivivere per restituirli alla Città. Nel suo caso, a Torino ed a Milano.

E’ l’aspetto operativo della Riqualificazione Urbana che, come Sito Culturale dell’OIB, abbiamo già affrontato con altri contenuti perchè ci coinvolge a tutti i livelli di scala…… e sicuramente molto anche a livello cittadino.

In questa intervista, all’Arch. Grillo ed all’Ing. Rampino, si affronta il tema a livello sia operativo che imprenditoriale.

Livio Izzo

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Articolo BP&P
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L’autore fa una completa disanima delle cause socio-economiche che hanno cambiato il “rapporto” – in parte per ora, in gran parte nel futuro – fra l’utente e la casa che abita. Problema risolvibile in parte nella distribuzione interna dei locali, con la ristrutturazione dell’unita abitativa, ma insufficiente di fronte alla sbrigativa soluzione adottata nella costruzione dell’immobile in cui essa è allocata.

Il boom della casa si è avuto nel dopoguerra, complice l’urgenza di fare (fare in fretta), ma anche di economizzare al massimo, il che non può dare buoni risultati, anche se legati, generalmente, alla limitata capacità economica degli acquirenti. Oggi è maturato un concetto diverso: la casa non è più la tana dove la famiglia si rifugia a fine giornata, ma un luogo circondato dal verde, con ampi affacci sullo stesso e gli spazi per le attività sociali che include. Gli inarrestabili cambiamenti sociali favoriranno o ostacoleranno questo senario? Lo dirà il futuro.

GG

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edifici_abitativi
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Senza mettere in dubbio la validità e l’importanza del fine che si ripromette di raggiungere la direttiva Ue, tesa ad abolire l’effetto inquinante del patrimonio edilizie, l’Autore si pone una lecita domanda:

“L’Italia sarà puntuale nel rispettarne i termini allo scadenze prefissate?”

Impianti solari, adeguamento dell’isolamento termico, legati entrambi all’adeguamento sismico degli edifici, possono essere di aiuto: ma risolveranno il problema? Non si sa, e non lo sapremo fino a quando gli ingegneri non saranno messi in grado di completare un’indagine preliminare, separando il possibile dall’impossibile.

GG

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LA_NUOVA_FRONTIERA_DEL_PATRIMONIO_EDILIZIO_GREEN
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Interessante articolo pubblicato sul Giornale dell’Ingegnere dove, ancora una volta, si tratta di un argomento attualissimo: la relazione CAM e la nuova figura professionale che si è affacciata in sordina, il CAM Coordinator.

Come si legge, il Coordinatore CAM è una figura professionale in grado di gestire integralmente il ciclo di vita di qualsiasi intervento, ruolo che diventa fondamentale e strategico, per contribuire a sviluppare una cultura del progetto eco-compatibile e dell’eco-innovazione nelle imprese di costruzione, ma anche per accrescere la consapevolezza ambientale nei territori nei quali si interviene.

Non si tratta però di un mero “controllore” di certificazioni come si potrebbe pensare, piuttosto di una figura dalle sfaccettature così complesse per la quale, addirittura, è in fase di attivazione un apposito corso di perfezionamento presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, per l’anno accademico 2023-24.

Ing. Michela Bendotti

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CAM_Coordinator
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I temi sollevati dall’articolo che alleghiamo sono principalmente due: 1) Il recupero di materiali da una demolizione selettiva e 2) il recupero di aree o immobili dismessi.

E’ facile cogliere che sono entrambi figli di una stessa filosofia: l’economia circolare, in ogni sua forma, ma qui vorrei enfatizzare quanto siano sinergici nell’ottenere il risultato e quanto questo sia di grande valore.

Guardiamo l’immagine centrale dell’articolo: la bellezza di quell’architettura industriale è straordinaria! Ed è stata realizzata quando la prefabbricazione era ancora oggetto di tesi universitarie: anni 30′!! Il suo recupero quindi ha un grande valore storico ed architettonico!

Ma anche il recupero di terreno edificato e di nuovo reso utile per la città in questo caso è eclatante!

Tuttavia non c’è bisogno di andare lontano da Bergamo dove questo approccio, negli ultimi anni, è diventato prima pratica pioneristica e poi programma amministrativo fino a pervadere fortemente lo spirito ed il contenuto del nuovo PGT di Bergamo che limita fortemente le aree di nuova edificazione a tutto vantaggio dei recuperi di immobili dismessi.

E’ notizia di oggi, sui giornali locali, l’inizio dei lavori di recupero dell’ex Principe di Napoli, palazzo storico nel cuore di via Pignolo, che diventerà un contenitore di più funzioni: dagli alloggi in housing sociale ai negozi fino agli spazi per le realtà di quartiere.

Si tratta di quelle “ricuciture” del tessuto urbano tanto care a Renzo Piano, ma non certo solo a lui. E si tratta di quelle integrazioni nei tessuti dei quartieri per “densificare” le città portando i servizi a km 0, riducendo così fortemente il bisogno di mezzi di trasporto e andando verso la città in 15 minuti. Filosofia opposta a quella tradizionale della zonizzazione che ha creato tanti quartieri dormitorio.

Insomma: tutto si tiene! L’economia circolare non è una diminuzione del nostro welfare ma è l’uscita dallo spreco selvaggio, dell’usa e getta che da una parte ha accelerato il progresso ma dall’altro lato ci sta sommergendo di spazzatura e di ruderi cittadini.

Ecco, l’articolo allegato, assieme ai fenomeni che ci circondano e che finalmente cominciano ad avere una veste organica, ci fa fare un passo avanti nella scoperta che l’economia circolare E’ Bella!

Livio Izzo

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articolo su edilportale
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Sbaglia chi pensa che il problema del traffico in Italia e specialmente al Nord, si risolva con nuove strade e facilitando gli spostamenti su gomma. L’esperienza dice che ciò porta solo ad un aumento dei veicoli circolanti, serve un grande programma di investimenti sulla rete ferroviaria specialmente a livello metropolitano.

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traffico
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Al Convegno, cui ha dato il giusto rilievo anche “L’Eco di Bergamo” del 20 gennaio, erano presenti molti nostri colleghi a sottolineare l’interesse per l’argomento trattato. Interesse che travalica la semplice sensibilizzazione, ormai abbastanza diffusa, ma che li vede (vede tutti noi ingegneri) come protagonisti principali, non come comparse, nel cercare di porre un freno ai danni provocati dai rapidi cambiamenti climatici. E non solo da quelli, ma anche dall’inutile consumo dei suoli, dovuto all’ambizione di Amministrazioni che proiettavano nel futuro ipotesi di sviluppo basati su dati obsoleti, anche se erano di utile guida qualche decennio antecedente, oppure che ancora si fanno vanto di aver ridotto il numero di mc edificabili su ogni mq di suolo occupato. (Leggasi l’esplosione dei nostri paesi)

L’ingegner Claudio Merati, consigliere dell’Ordine, forte della sua profonda conoscenza dell’argomento, maturata come dirigente del Genio Civile prima e della Sede Provinciale poi,’ ha basato la sua relazione sulla numerosità degli eventi, e la gravità dei danni conseguenti, che il il dissesto idrogeologico ha provocato nella nostra Provincia. Per cause dovute in parte a fattori che non dipendono dall’uomo,, ma che tenderanno ad accrescersi a causa di azioni antropiche capaci ormai di alterare equilibri naturali evolutosi in migliaia, se non in milioni di anni. Particolarmente interessante il contributo al convegno di Sergio Taccolini – Presidente della nostra Commissione idraulica- sul concreto funzionamento delle vasche di laminazione.

Ai lavori ha partecipato Diego Finazzi come presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Bergamo, essendo il nostro Ordine uno dei promotori. Si allega sintesi del suo intervento.

Gennaro Guala

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intervento_presidente_Finazzi
dissesto_idrogeologico_e_gestione_sostenibile_del_territorio_
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Raccomando ai colleghi di dedicare qualche minuto all’articolo che l’ing. Gianfranco Benzoni ha pubblicato su “l’Eco di Bergamo”. Scritto per un largo pubblico, ha un taglio giornalistico, Nella sua essenzialità, diventa un monito credibile e incontestabile, che chiarisce a tutti che il baloccarsi, nell’inventare soluzioni fasulle, può essere solo propaganda, se non malafede.

Negli ultimo 150 anni si sono succedute molte rivoluzioni energetiche, questa in atto è l’ultima ed è dettata da esigenze non solo climatiche, che premono, ma anche da una limitata disponibilità delle risorse fossili che prima o poi finiranno. Cerchiamo di gestirla nel migliore dei modi senza isterie ma con la consapevolezza che potrebbe essere una occasione di crescita sia economica che sociale.

Gen Guala

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Chi_ha_paura_della_riconversione_energetica
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