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Riportiamo in allegato un articolo di Maurizio Molinari sulla esplosione che sta avvenendo attorno a ChatGPT, la nuova finestra alla Intelligenza artificiale di OpenAi, una start up di San Francisco.

Sul tema della Intelligenza Artificiale, in Italia, non c’è ancora molta discussione ma negli Stati Uniti si: Il Dipartimento all’Educazione della Città di New York ha disposto il DIVIETO ASSOLUTO di accesso a ChatGPT nelle proprie scuole. E NY non è la sola: molte altre città americane hanno seguito la stessa decisione.

Sembra improvvisamente di essere di nuovo tornati indietro di due secoli: alla Rivoluzione Industriale, prodromica al luddismo.

La questione non è assolutamente banale. Se accedete a chatGPT vi troverete un interlocutore “artificialmente intelligente” che vi risponde su tutto, integrando quanto già fa Google e con quanto fa Wikipedia, ma andando molto oltre perché non usa solo nozioni ma fa anche progetti, proposte etc.

Il minimo che ci si possa aspettare è un prossimo stravolgimento di rapporti di forza fra giganti della rete, e già questa sarebbe una rivoluzione, ma la domanda nuova che ci si pone oggi è più profonda: potrà la IA sostituire l’uomo? O forse bisognerebbe essere più precisi: fino a che punto la IA potrà sostituirci e surrogarci? Con la conoscenza è banale, con la cultura è più discutibile, con i sentimenti è più affascinante ed al contempo terrificante….. insomma dobbiamo ritenerla un grande traguardo della nostra evoluzione tecnologica o il capolinea della nostra civiltà?

Livio Izzo

P.S. La grande novità di chatGPT stà anche attirando frotte di malintenzionati che stanno utilizzando questa tecnologia a fini malevoli. Alleghiamo quindi anche un articolo che non solo mette in guardia da questi rischi ma ci dà anche indicazioni operative su come stare in guardia.

Foto di Mojahid Mottakin su Unsplash

 

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chatGPT_sicurezza
OPEN_AI_La_nuova_frontiera
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In questo articolo, un semplice spunto per una riflessione su quanto stia aumentando esponenzialmente la quantità di dati che ci circonda ogni giorno.

Ciò rappresenta veramente un vantaggio?

M.B.

Foto di Joshua Sortino su Unsplash

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troppi_Dati

 

 

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Nell’ambito delle manifestazioni di BG-BS Capitale della cultura, l’Ordine Ingegneri di Bergamo ha organizzato una conferenza, di tipo informativo divulgativo sul tema della Intelligenza Artificiale, dell’Ing. Alfio Maria Quarteroni che, per chi non segue questa materia, è un punto di riferimento internazionale su questo tema: è Professore al Politecnico di Milano, alla Scuola Politecnica Federale di Losanna, alla Università del Minnesota, alla Università Cattolica di Brescia ed alla Università Sorbona di Parigi; è inoltre ricercatore del CNR e membro fondatore e attivo nelle maggiori Associazioni nazionali e internazionali in questo campo; è autore di 25 libri, curatore di altri 12, autore di oltre 400 articoli su riviste scientifiche, relatore in oltre 300 conferenze internazionali e classificato al primo posto in Italia e 48º al mondo, nella classifica dei migliori scienziati matematici nel 2022.

Il Giornale dell’Ingegnere, che è media partner della Conferenza, ha chiesto al Prof. Quarteroni questa intervista per conoscere in anticipo i concetti principali che porterà alla conferenza del 27 settembre.

Ecco le domande che abbiamo posto al Professore:

  1. Professore, quando ed in quale ambito si colloca l’origine della IA?
  2. Quali diverse declinazioni ha avuto finora la IA?
  3. In quali ambiti dell’IA le applicazioni sono più mature?
  4. L’avvento di ChatGPT costituisce la dimostrazione della maturità di questa tecnologia o costituisce solo una novità di marketing in una tecnologia già consolidata?
  5. E’ possibile un parallelo tra la IA e quello che è stata la macchina a vapore per la Rivoluzione Industriale?
  6. Concorda che il settore maggiormente suscettibile ad una rivoluzione sarà quello dei servizi, ivi incluse le libere professioni?
  7. Ritiene ragionevoli gli allarmi sorti intorno a questa tecnologia?
  8. Come tutte le tecnologie, la IA può essere a favore della nostra società ma può essere declinata anche in una versione nociva per l’uomo: cosa ne pensa?

Leggi le interessantissime risposte nell’allegato……

In particolare, riportiamo una fra le tante affermazioni pregnanti del Professore: “… si può dire che si passa dall’atteggiamento di “Risoluzione dei Problemi” (Problem solving) a quello di “definizione del problema” (Problem setting)”,

Per concretizzare ed esemplificare questo concetto abbiamo creato l’immagine di questo contenuto con uno dei tanti strumenti di IA disponibili gratuitamente in rete: RunAway, in particolare la funzione “da testo a immagine”. Gli abbiamo chiesto di rappresentare un ingegnere seduto accanto ad un robot, davanti ad un PC, mentre gli insegna “il mestiere”. Bene, abbiamo dovuto riverbalizzare la richiesta 20 volte per ottenere un risultato vicino a quello che avevamo in mente! Cioè, ogni sfumatura di frase, ogni virgola, ogni uso di vocaboli alternativi ha prodotto risultati diversi dando quindi corpo a cosa significa: Problem Setting…

Ing. Livio Izzo

Commissione ICT OIB

CDR Ingegneri Bergamo online

CDR Il Giornale dell’Ingegnere

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Il_Giornale_dellIngegnere-AI-Quarteroni 

 

 

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Metaverso termine presente spesso nelle pubblicazioni, scientifiche e non. Per molti uno strumento per giochi e socialità, per altri di lavoro, per tanti un semplice nome. Utile però saperne di più sia sul reale livello di diffusione nel nostro paese che nelle tipologie di prodotto. Questo breve articolo ci fornisce un aiuto.

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XR_e_Metaverso 

 

 

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Nell’ambito della revisione del DPR 380 (TU dell’Edilizia) è stato chiesto alla CROIL di dare il proprio contributo critico costruttivo propositivo.

Si è così costituito un Gruppo di Lavoro, interdisciplinare, che ha prodotto un documento con una serie di suggerimenti puntuali fra cui uno organico sul Fascicolo del Fabbricato che alleghiamo.

Ing. Livio Izzo

GdL CROIL sul TU Edilizia

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TU_Edilizia_Rev1

 

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La diffusione del lavoro flessibile, con il passare della pandemia, tende a rientrare ma molti lavoratori frenano perchè il bilancio complessivo è a favore di questa esperienza.

In realtà ci sono segni discordanti su questa pratica, sia sul lato dei lavoratori che dei datori di lavoro e la decisione deve essere presa caso per caso, analizzando le specifiche situazioni individuali.

Livio Izzo

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Lavoro_Ibrido_o_NO

 

 

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Se ci siamo ormai abituati a ragionare su documenti tecnici condivisi su zoom o teams, sicuramente ci abitueremo anche a lavorare direttamente nel Metaverso, DENTRO il modello su cui stiamo discutendo, verificando anche le sensazioni immersive non surrogabili in zoom.

Lo scenario, per ora, è solo immaginario ma le tecnologie ci sono già tutte ed è altamente probabile che divengano di uso corrente in tempi brevi.
Livio Izzo

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Negli ultimi anni, il metaverso è diventato un argomento di grande interesse per gli ingegneri dell’ICT (Information and Communication Technology). Si tratta di un universo virtuale in cui gli utenti possono interagire con oggetti e persone, creando un nuovo mondo digitale in cui vivere e lavorare.

Il termine è stato coniato da Neal Stephenson nel suo romanzo del 1992 “Snow Crash”. Nel libro è una sorta di mondo virtuale a cui gli utenti potevano accedere tramite visori per la realtà virtuale e interagire con altri utenti in modo simile alla vita reale. Questa visione del futuro sembrava fantascientifica, ma oggi ci si avvicina sempre di più alla realizzazione di questo concetto. Negli anni successivi infatti , il concetto

è stato ampiamente adottato e sviluppato dalla comunità dei giochi online e dei mondi virtuali. Inoltre è stato sviluppato e raffinato da molte altre persone e organizzazioni, tra cui la società di tecnologia Oculus, di proprietà di Facebook, che sta lavorando per creare un metaverso che sia accessibile a tutti.

‌Il metaverso offre grandi opportunità per gli ingegneri dell’ICT. In primo luogo, consente di visualizzare in modo tridimensionale progetti edilizi e infrastrutture, testando soluzioni di progettazione in modo molto più rapido ed economico rispetto ai metodi tradizionali. In questo modo, gli ingegneri possono creare progetti più efficienti, con costi di costruzione ridotti e tempi di consegna più rapidi, oppure può anche essere utilizzato per la progettazione e lo sviluppo di nuove tecnologie. Ad esempio, gli ingegneri possono creare e testare robot, droni e altri dispositivi in un ambiente virtuale prima di costruirli nella vita reale. Questo approccio può essere particolarmente utile per la progettazione di sistemi di sicurezza e di monitoraggio, dove l’uso di tecnologie di realtà virtuale può aiutare a valutare scenari di emergenza in modo molto più preciso e veloce.

Il metaverso può anche essere utilizzato per migliorare l’interfaccia utente dei prodotti ICT. I designer possono utilizzarlo per testare diverse configurazioni di interfaccia utente e di interazione tra utente e prodotto, migliorando così la facilità d’uso e l’efficacia dei prodotti finali. Offre infine un’opportunità unica per gli ingegneri dell’ICT di collaborare in modo più efficace e globale. Gli ingegneri di tutto il mondo possono incontrarsi qui per condividere idee, risolvere problemi e sviluppare nuovi progetti in modo rapido ed efficiente. Uno dei principali vantaggi è che può offrire esperienze molto più coinvolgenti e immersive rispetto a quelle offerte dai videogiochi o dalle app tradizionali. Gli utenti possono interagire con oggetti virtuali, esplorare mondi fantastici e comunicare con altre persone in modo molto più profondo e significativo rispetto a quello che è possibile tramite i social media o le videochiamate. Questo può portare a una maggiore innovazione e a una più rapida diffusione delle migliori pratiche a livello globale.

Tuttavia, l’utilizzo presenta anche alcune sfide. In primo luogo, è importante garantire la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti poiché potrebbero essere esposti a rischi come la sorveglianza, il furto di identità e la frode. In secondo luogo, è necessario affrontare i problemi di isolamento sociale e di dipendenza dalle tecnologie, garantendo che non sostituisca completamente la vita reale che potrebbe portare al crearsi una divisione tra coloro che possono permettersi di accedere al metaverso e coloro che non possono, creando una sorta di “divario digitale”.

In conclusione, il metaverso rappresenta un’opportunità unica per gli ingegneri dell’ICT di innovare, collaborare e migliorare il mondo in cui viviamo. Con la sua evoluzione gli ingegneri possono sfruttare il potenziale della realtà virtuale per creare soluzioni innovative e migliorare la qualità della vita delle persone. Tuttavia, è importante affrontare le sfide e garantire che sia utilizzato in modo responsabile e sostenibile, per creare un mondo digitale migliore per tutti.

 

 

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Il ransomware è diventato uno dei crimini informatici più diffusi negli ultimi anni. Questo tipo di attacco consiste nel criptare i dati di un’organizzazione o di un individuo bloccandone così l’accesso per poi richiedere un riscatto per ripristinarlo.

La domanda che molti si pongono dopo essere stati vittime di un attacco ransomware è: “dovrei pagare il riscatto per ripristinare i miei dati?” Sebbene la maggior parte degli esperti di sicurezza informatica, compreso lo scrivente, consigli di NON PAGARE il riscatto, ci sono situazioni in cui potrebbe essere la migliore opzione per l’utente colpito. La risposta a questa domanda è quindi complessa e dipende dalle circostanze specifiche di ogni attacco.

In primo luogo, è importante comprendere che pagare il riscatto non garantisce necessariamente il ripristino dei dati. Con i criminali informatici che di solito conducono attacchi ransomware, anche se si paga il riscatto, non ci sono garanzie che forniscano la chiave per decrittare i dati poiché non hanno alcun obbligo (e non vi alcun modo di obbligarli) a fornire il codice di decrittazione una volta che il pagamento è stato effettuato. Anzi, in alcuni casi, possono addirittura chiedere un secondo pagamento o cercare di estorcere ulteriori fondi.

Inoltre, pagare il riscatto incoraggia a continuare a perpetrare questi attacchi. Se più organizzazioni e individui pagano, il ransomware diventa un’attività molto redditizia e quindi aumenta il rischio di futuri attacchi. Il pagamento del riscatto infatti potrebbe essere visto come una violazione dell’etica e dei valori dell’azienda o dell’organizzazione colpita. Potrebbe anche incoraggiare altri a violare la sicurezza dell’azienda, sapendo che l’azienda è disposta a pagare per ripristinare i dati.

C’è anche un rischio per la privacy e la sicurezza dei dati. Pagare il riscatto potrebbe mettere a rischio i dati sensibili dell’organizzazione o dell’individuo, poiché i criminali informatici potrebbero utilizzare l’occasione per raccogliere informazioni sensibili o compromettere ulteriormente il sistema.

In generale, tutte le agenzie di Sicurezza Informatica, a ragione, consigliano di non pagare il riscatto in caso di attacco ransomware. Ogni caso è comunque diverso e le organizzazioni o gli individui colpiti devono prendere in considerazione la gravità dell’attacco e la disponibilità di altre opzioni specialmente se un’azienda o un’organizzazione dipende fortemente dai dati per le proprie attività quotidiane e il ripristino rapido dei dati è essenziale.

Ad esempio, se i dati critici sono stati crittografati e non sono disponibili backup affidabili, potrebbe essere necessario valutare l’opzione di pagare il riscatto per ripristinare i dati. Tuttavia, è importante valutare attentamente questa opzione e cercare altre alternative prima di optare per il pagamento.

In conclusione, un ‘attacco ransomware può avere conseguenze disastrose per le organizzazioni o gli individui coinvolti e pagare il riscatto NON E’ MAI la soluzione migliore. Purtroppo, ci sono situazioni in cui il ripristino rapido dei dati è essenziale e il pagamento del riscatto potrebbe essere l’unica opzione È importante valutare attentamente tutte le opzioni disponibili e cercare assistenza da professionisti della Sicurezza Informatica. In ogni caso, le organizzazioni dovrebbero pianificare in anticipo la risposta a un attacco ransomware, includendo protocolli di sicurezza, backup regolari dei dati e piani di ripristino che costituiscono, ad oggi, gli unici strumenti validi a disposizione per il ripristino dei sistemi compromessi.

 

 

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Data Retention… di cosa si tratta? Quali sono le richieste normative e quali le problematiche?

dall’articolo si evince che il vero problema alla base di questa tematica concerne la difficoltà di provvedere alla cd “cancellazione mirata”.

Non appare affatto agevole riuscire ad identificare cosa cancellare/distruggere; cancellare in modo mirato è, talvolta, assai complicato. Si pensi ad esempio, all’ipotesi di backup contenenti dati/informazioni che di fatto sono “congelati” ed, in quanto tale, restano ad libitum.

L’opportunità di basarsi su criteri che non sono ufficiali, ma dettati da anni di esperienza e ragionevole buon senso, da un lato evidenziano il perché non sia possibile generalizzare per casi specifici in quanto innumerevoli sono le variabili, dall’altro dimostrano come siano una ulteriore misura di accountabilty attraverso la quale il Titolare “…chiede all’interessato di dargli fiducia”.

Questa è la (nuova) data protection di cui la data retention è, senz’altro, uno degli elementi fondanti.

 

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