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Gennaro Guala aggiunge alcune personali considerazioni – nate in parte da letture, in parte da esperienze professionali, in buona parte generate da stimoli esterni – attorno alla mitizzazione che oggi si tende a fare dell’I.A. Qualche paginetta scritta in modo discorsivo, quasi rilassante, che ne facilita la lettura e toglie loro qualsiasi velleità dogmatica.

Anna Manzoni

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Intelligenza_artificiale_e_Società

Quarteroni
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La commissione tecnica UNI/CT 033/SC 05 ha elaborato la guida UNI “Guida alle norme per le costruzioni digitali – La parte 0 della UNI11337” per interagire con le norme relative alla gestione in BIM, al fine di supportare ogni operante nel processo edilizio, dal committente al gestore dell’opera, nella gestione digitale delle costruzioni.

Il documento permette di orientarsi sul pacchetto normativo a disposizione, a partire dalla norma nazionale per eccellenza che regola il BIM, la serie UNI 11337. Essa si rivolge a tutti gli attori del processo edilizio, soprattutto progettisti e stazioni appaltanti, e si applica a tutti gli interventi edilizi, comprese le infrastrutture.

La guida è divisa in tre sezioni:

Parte 1: viene descritto cosa si intende per BIM e gestione digitale delle costruzioni, quale vantaggio potrebbe derivare da questo percorso di innovazione, chi c’è dietro al lavoro normativo e come riconoscere le norme che ricadono ai sensi del regolamento europeo.

Parte 2: viene fornito l’approfondimento alle principali norme sul BIM in particolare la serie UNI 11337 e la serie UNI EN ISO 19650. Nel testo è presente una mappa concettuale sul pacchetto normativo e ciascuna norma è descritta secondo i parametri di scopo, a cosa serve, quando usarla e chi la dovrebbe usare.

Parte 3: nella parte finale, la guida si conclude con un glossario dei termini e definizioni sul BIM, compresi gli acronimi e la relativa traduzione inglese.

Questo importante documento offre una fotografia sulle norme attualmente in vigore e che possono essere usate fin da subito, e sarà costantemente aggiornata con le nuove norme che verranno pubblicate in futuro.

UNI

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BrochureBIM2024-1
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E’ assolutamente normale, nella ns organizzazione del lavoro, che un Produttore, o Fabbricante nella terminologia europea, abbia dei fornitori e/o dei subappaltatori ma la catena è spesso così lunga e complessa che non sempre è chiaro come si ripartiscono le incombenze, le responsabilità, i requisiti tecnico organizzativi e le certificazioni.

Questo comporta un impegno da parte degli stakeholder di commessa, fra cui il Committente, il Progettista, il DL ed il Collaudatore, ad interfacciarsi con le varie figure in maniera appropriata, sapendo cosa hanno diritto di chiedere e come valutare quanto gli viene consegnato in termini di appropriatezza, congruenza etc.

Da qui scaturisce questa mia intervista all’ingegnere Igor Menicatti che segue questi temi da molti anni come Responsabile della Certificazione di Prodotto in ICMQ Spa.

Ing. Livio Izzo

N.B. L’intervista, molto complessa e completa, è stata splittata da Il Giornale dell’Ingegnere in due parti. La presente è la seconda delle due

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Igor_Menicatti_ICMQ_2
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I temi sollevati dall’articolo che alleghiamo sono principalmente due: 1) Il recupero di materiali da una demolizione selettiva e 2) il recupero di aree o immobili dismessi.

E’ facile cogliere che sono entrambi figli di una stessa filosofia: l’economia circolare, in ogni sua forma, ma qui vorrei enfatizzare quanto siano sinergici nell’ottenere il risultato e quanto questo sia di grande valore.

Guardiamo l’immagine centrale dell’articolo: la bellezza di quell’architettura industriale è straordinaria! Ed è stata realizzata quando la prefabbricazione era ancora oggetto di tesi universitarie: anni 30′!! Il suo recupero quindi ha un grande valore storico ed architettonico!

Ma anche il recupero di terreno edificato e di nuovo reso utile per la città in questo caso è eclatante!

Tuttavia non c’è bisogno di andare lontano da Bergamo dove questo approccio, negli ultimi anni, è diventato prima pratica pioneristica e poi programma amministrativo fino a pervadere fortemente lo spirito ed il contenuto del nuovo PGT di Bergamo che limita fortemente le aree di nuova edificazione a tutto vantaggio dei recuperi di immobili dismessi.

E’ notizia di oggi, sui giornali locali, l’inizio dei lavori di recupero dell’ex Principe di Napoli, palazzo storico nel cuore di via Pignolo, che diventerà un contenitore di più funzioni: dagli alloggi in housing sociale ai negozi fino agli spazi per le realtà di quartiere.

Si tratta di quelle “ricuciture” del tessuto urbano tanto care a Renzo Piano, ma non certo solo a lui. E si tratta di quelle integrazioni nei tessuti dei quartieri per “densificare” le città portando i servizi a km 0, riducendo così fortemente il bisogno di mezzi di trasporto e andando verso la città in 15 minuti. Filosofia opposta a quella tradizionale della zonizzazione che ha creato tanti quartieri dormitorio.

Insomma: tutto si tiene! L’economia circolare non è una diminuzione del nostro welfare ma è l’uscita dallo spreco selvaggio, dell’usa e getta che da una parte ha accelerato il progresso ma dall’altro lato ci sta sommergendo di spazzatura e di ruderi cittadini.

Ecco, l’articolo allegato, assieme ai fenomeni che ci circondano e che finalmente cominciano ad avere una veste organica, ci fa fare un passo avanti nella scoperta che l’economia circolare E’ Bella!

Livio Izzo

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articolo su edilportale
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E’ assolutamente normale, nella ns organizzazione del lavoro, che un Produttore, o Fabbricante nella terminologia europea, abbia dei fornitori e/o dei subappaltatori ma la catena è spesso così lunga e complessa che non sempre è chiaro come si ripartiscono le incombenze, le responsabilità, i requisiti tecnico organizzativi e le certificazioni.

Questo comporta un impegno da parte degli stakeholder di commessa, fra cui il Committente, il Progettista, il DL ed il Collaudatore, ad interfacciarsi con le varie figure in maniera appropriata, sapendo cosa hanno diritto di chiedere e come valutare quanto gli viene consegnato in termini di appropriatezza, congruenza etc.

Da qui scaturisce questa mia intervista all’ingegnere Igor Menicatti che segue questi temi da molti anni come Responsabile della Certificazione di Prodotto in ICMQ Spa.

Ing. Livio Izzo

N.B. L’intervista, molto complessa e completa, è stata splittata da Il Giornale dell’Ingegnere in due parti. La presente è la prima delle due.

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Igor_Menicatti_ICMQ
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Il nuovo CPR è a un passo dalla approvazione e comporterà, subito dopo, la riscrittura delle norme di prodotto, che ormai hanno più di 30 anni e rappresentano spesso tecnologie datate.

Ma porterà anche la nuova redazione di norme armonizzate mai scritte, pensiamo solo al calcestruzzo ed all’acciaio da c.a., ed alla redazione del nuovo requisito 7, relativo ai vari aspetti della nuova economia circolare, per ogni prodotto già normato o non.

Oggi, in Italia, ci stiamo ormai abituando ai requisiti ambientali in Edilizia, sia per il decreto CAM che per il nuovo DNSH relativo al PNRR, ma solo per gli appalti pubblici. I concetti di recupero o riciclo dei materiali e della demolizione selettiva, inquadrati nel più generale mantra di uso sostenibile delle risorse naturali, sono sicuramente ben presenti a tutti i professionisti e lo saranno ancora di più con l’entrata in vigore del TU dell’Edilizia che, nel suo Titolo IV, regolamenterà nel privato la stessa materia con approccio del tutto analogo.

Niente di sconvolgente, quindi, ma sicuramente completerà lo scenario ormai irreversibile di una attenzione all’ambiente che per secoli non siamo stati abituati a considerare come prioritaria.

Nell’articolo allegato, viene dapprima delineato il nuovo scenario normativo del CPR Acquis per poi fare una disamina degli impatti operativi che lo stesso avrà sui Fabbricanti e sui Professionisti nell’ambito della filiera progettuale e produttiva delle costruzioni.

Ing. Livio Izzo

Esperto CNI in UNI CT021/GL03

Elementi Prefabbricati in calcestruzzo

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Nuovo_CPR
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Come ogni problema complesso non esistono risposte semplici, così è anche per la lotta al cambiamento climatico. Il contributo di foreste e ambiente naturale è innegabile come pure la sua salvaguardia e tutela ma non dobbiamo esagerare nel credere che piantare alberi senza una regola, un controllo e una programmazione sia la panacea che risolve il problema. Questo scritto ricavato dal sito Climalteranti, un consesso tecnico che affronta i vari aspetti e le varie soluzioni della lotta al “Global warming” e che si avvale della professionalità di docenti e ricercatori universitari italiani, presenta una disanima dei vantaggi ma anche delle problematiche connesse alla idea che piantare miliardi di alberi sia la soluzione della riduzione della CO2 nell’atmosfera. Vengono affrontati i vari aspetti di come, perché e dove sia utile e dove inutile sia come spreco di risorse e che come efficacia. Troppe volte vengono vendute nuove piantumazioni in cambio di interventi ambientalmente dannosi, il classico scambio che nasconde solo una operazione di Greenwashing. Da ingegneri sappiamo che ogni intervento va visto in tutti i suoi aspetti, tecnici, economici e sociali, deve esserci un vantaggio evidente nello spendere soldi e fatica, un bilanciamento fra le ricadute positive e le problematiche insite nella gestione dell’intervento. Da leggere con mente aperta.

Gianfranco Benzoni

Commissione Ambiente

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articolo
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Questo mese, il viaggio de Il Giornale dell’Ingegnere, nella BIMizzazione di Organizzazioni tecniche, fa scalo in un luogo che nessun lettore si aspetterebbe: un microstudio composto da una sola persona, l’Ingegnere Titolare che, per di più, usa il BIM non per interfacciarsi ad altri studi in una filiera complessa, dove usualmente si colloca il BIM, ma unicamente per lavorare ed interfacciarsi col Cliente e con la PA.

Last but not least, Questo Ingegnere è di Bergamo e molti di noi la conoscono: è l’Ing. Michela Bendotti. Membro del Consiglio e Referente della Commissione BIM.

Ecco la sua intervista.

Ing. Livio Izzo

Membro del cdr

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BIM_Stories_Bendotti
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Impatto, Sfide ed Opportunità nel nostro Quotidiano

Il giorno 27 Settembre si è tenuto presso la Sala del Mosaico della Camera di Commercio di Bergamo un convegno organizzato dalla Commissione ICT dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bergamo dal titolo: “Intelligenza artificiale e società: impatto, sfide ed opportunità nel nostro quotidiano”.

A parlarci di queste tematiche è stato inviato il prof. Alfio Quarteroni del Politecnico di Milano e dell’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, che da anni studia ed è attivo in questo ambito. Scopo del convegno era dare una visione precisa e diretta di questo mondo utilizzando un linguaggio tecnico ma alla portata di tutti, anche ai non addetti ai lavori, per capire in quali ambiti della nostra vita impatta l’IA e quali ricadute pratiche può avere su tutti noi. Per questo motivo si è deciso di non invitare solo i colleghi ingegneri ma di permettere la partecipazione a tutta la cittadinanza.

Dopo una prima presentazione storica in cui le origini dell’AI possono essere fatte risalire agli anni ’50 del secolo scorso quando si diedero le prime definizioni di neurone artificiale e si definiva l’IA come l’insieme di quelle abilità mostrate dai sistemi hardware e software che, a un osservatore umano, possono apparire come pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana. Si è poi passati all’importantissimo impatto dato da Alan Turing con la definizione del suo famoso Test di Turing che dà una prima definizione operativa di pensiero e propone un approccio per verificare se una macchina può essere considerata abbastanza intelligente per “fingersi” un essere umano.

Il boom recente dell’IA si deve però soprattutto a tre fattori:

enorme capacità di calcolo che deriva dalla disponibilità di supercomputer paralleli a buon mercato, dato in particolare dall’avvento del Cloud Computing;

disponibilità dei Big Data;

l’affinamento di algoritmi potenti di data analysis e di minimizzazione che consentono di migliorare significativamente i modelli soggiacenti le reti neurali artificiali.

Il prof. Quarteroni ci ha illustrato prima di tutto come l’IA può essere utilizzata per modellare una varietà di problemi fisici, tra cui quelli relativi allo sport, all’ambiente, alla medicina e all’industria che può portare per esempio alla generazione dei cosidetti gemelli digitali che possono essere utilizzati per simulare il comportamento di un sistema, per testare nuove soluzioni o per monitorare il suo stato di salute. Attraverso il gemello digitale può preso un organo umano, ad esempio il cuore, e creato il suo modello virtuale che sia il più possibile rappresentativo, il suo gemello appunto, e simularne il comportamento in condizioni estreme, testare la risposta dello stesso a particolari tipi di cure o sollecitazioni e rilevare anomalie o problemi.

Per la creazione di gemelli digitali si possono utilizzare due approcci distinti: uno più scientifico detto physics-based e uno più IA-generativo detto data-driven. Le differenze tra questi due modelli possono essere così descritte:

physics-based: sono modelli che si basano sulle leggi della fisica per descrivere il comportamento di un sistema. Questi modelli comprendono i principi fisici che governano il sistema, hanno il vantaggio di essere accurati e affidabili. Tuttavia, possono essere costosi e difficili da creare, soprattutto per sistemi complessi.

data-driven: sono modelli che si basano sui dati per descrivere il comportamento di un sistema. Questi modelli sono creati utilizzando algoritmi di machine learning che imparano dai dati, hanno il vantaggio di essere relativamente facili e veloci da creare. Tuttavia, possono essere meno accurati dei modelli physics-based, soprattutto per sistemi complessi.

Ci si è poi spostati sulle applicazioni in azienda andando ad elencare tutti i livelli in cui l’IA può portare il suo contributo in ambiti quali: operations, gestione degli asset, servizi e finanza, logistica e gestione aziendale, marketing e vendite.

Non è però tutto oro quello che luccica e sul finale il prof. Quarteroni ci ha anche riportato alcuni problemi che può avere l’IA come per esempio le cosiddette allucinazioni ossia tutte quelle situazioni  in cui uno strumento di AI generativa di contenuti (come ChatGPT) riesce a produrre risposte e contenuti che

sembrano coerenti ma sono completamente inventati o errati. Un esempio è dato dalla sua incapacità di contare, per mancanza di un concetto di calcolatrice al suo interno, che gli fa sbagliare anche conti apparentemente semplici come 234 x 901 in cui da il risultato ragionevole 211134 ma purtroppo matematicamente errato, oppure l’attribuzione di premi mai ottenuti al prof. Quarteroni, l’errore sulla sua data di nascita che apparentemente poco hanno a che fare con la generazione ma che IA sceglie comunque di creare per fare un po’ la “spaccona”.

Altri problemi sono poi:

Explainability: capacità di comprendere e spiegare il comportamento di un modello, questo può rendere difficile spiegare perché un modello generi un determinato output, o perché un modello generi un output diverso da un altro;

Governance: necessità di garantire che i dati utilizzati per addestrare il modello siano di alta qualità (accurati, completi e pertinenti al problema da risolvere), sicuri (protetti da accesso non autorizzato, alterazione o distruzione) e conformi alla normativa vigente ad esempio in materia di protezione dei dati personali;

Competitività: le aziende in possesso di dati, harware o software abilitanti possono utilizzare il loro potere di mercato per limitare la concorrenza e aumentare i prezzi, avere un disincentivo a innovare in quanto possono già ottenere profitti elevati senza farlo e abusare del loro potere per danneggiare i consumatori o altri attori economici.

Infine ci si è concentrati sul capire come può cambiare il mondo del lavoro con l’avvento dell’IA che come innovazione tecnologica inevitabilmente andrà a sostituire tante professioni che ora sembrano “sicure”, ma che tuttavia è avvenuto anche in passato con altre tecnologie. Ci sarà dunque uno spostamento di lavori come è avvenuto anche ai tempi della rivoluzione industriale.

Ing. Alberto Bonacina

Presidente Comm. ICT OIB

Alleghiamo le slide dell’evento ed un impaginato con il Report dell’Ing. Bonacina
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BG_4_-_Math_Models
BG_1,2,3_-_Storia,_ML,_Dati_e_Modelli
BG_5_-_AI_in_Azienda
BG_7_-_AI_e_Società-_Sfide_etiche_e_Questioni_aperte
Quarteroni

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Nel Seminario sono state illustrate alcune casistiche di crolli e dissesti in recenti terremoti riguardanti edifici in muratura con pareti soggette al fenomeno del ribaltamento fuori piano (rocking).

Sono quindi illustrati i principali riferimenti teorici e modelli di calcolo,
anche in veste di verifica secondo la normativa vigente.

Infine è stato illustrato un recente dispositivo, sviluppato da una società toscana e dotato di certificazione UNI EN15129, per il controllo, la dissipazione di energia e il monitoraggio in situazioni sismiche o di stress dinamico.

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report_seminario
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