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Uno studio d’ingegneria dell’Emilia Romagna fa il punto dopo due anni dall’introduzione del Superbonus 110, con particolare focus alle tecniche adottate in interventi di miglioramento sismico su condomini e difficoltà riscontrate e rivelatesi nel corso della pratica (dall’attività amministrativa alla gestione dei costi).

Un interessante resoconto con cui confrontare le proprie esperienze.

 

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Il crollo del  ponte sul Magra è passato quasi inosservato rispetto al più famoso ponte Morandi sul Polcevera. Quest’ultimo era stato progettato su un principio innovativo utilizzato comunemente oggi, quando l’evoluzione tecnica nella realizzazione dei cavi di sospensione dell’impalcato ha sostituito, anche economicamente, i tiranti in calcestruzzo precompresso che, per loro natura, limitavano l’effetto di deformazione dell’impalcato sotto carico. Il ponte sul Magra era stato ricostruito nel dopoguerra basandosi su nozioni del tutto tradizionali. Ciò avrebbe dovuto destare qualche perplessità fra gli addetti ai lavori, notando che, se era stato adottato uno schema corretto per un esercizio teorico di “Scienza delle costruzioni”, che avrebbe fatto arricciare il naso a chi avesse affrontato il problema  dopo aver frequentato il Corso di “Tecnica delle costruzioni” e di “Ponti”, e operato qualche anno nel settore.. Non è necessaria una norma specifica per suggerire a un progettista di realizzare un ponte che non collassi  dopo che una delle sue innumerevoli campate abbia un cedimento strutturale, come per effetto domino. Ma sono ragionamenti “a posteriori”, che non tengono conto di condizionamenti specifici esistenti nel dopoguerra, tali da influire sulle scelte “inusuali” fatte dai progettisti.

Era naturale che uno dei crolli più imprevedibili ed imprevisti di questi anni fosse oggetto di uno studio (eseguito con programmi molto avanzati) nella ricerca del ventaglio delle cause che l’hanno generato, indipendentemente da quanto determinerà una commissione ufficiale.

Evidentemente un computer non può dirci se il ponte fosse “bello” o “brutto” dal punto di vista strutturale. Guardando  al disegno ingrandito di una mezza campata, talvolta l’occhio si vendica e vuole la sua parte.

Alleghiamo lo studio “agli elementi discreti” ed il report del crollo del 2020. Interessante per tutti, e per gli strutturisti nella parte specialistica, che conduce peraltro ad individuarne le cause possibili, diverse da quelle ipotizzabili in prima battuta..

 

Gennaro Guala

  1. Con uno schema strutturale completamente diverso, la cerniera a metà campata ci ha fatto sobbalzare tutti sulla tangenziale est di Milano per andare a Linate. Tanto vero che detta cerniera, macroscopicamente visibile, è stata pe quanto possibile eliminata. con un intervento non dissimile da quello che sul Magra garantiva la soletta superiore (che probabilmente, viste le foto, aveva anche i giunti sulle pile della soletta aggiunta successivamente di 25 cm di spessore, data l’assenza di armatura snervata), tanto per peggiorare la statica della struttura.

 

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Umidità e muffe nelle costruzioni civili, argomento ostico che richiede conoscenza di fisica tecnica che questo articolo riassume con qualche consiglio pratico. E’ una base teorica che va accoppiata a una conoscenze ed esperienza pratica degli elementi costruttivi e delle loro caratteristiche. Uno stimolo a non prendere l’argomento sotto gamba.

 

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Nelle scelte tecnologiche degli elementi legati all’efficientamento energetico delle costruzioni, i pannelli fotovoltaici sono oramai al centro della attenzione di ogni tecnico. Riassumere i parametri che ne determinano la scelta è il pregio di questo articolo semplice e veloce che ci indica la strada per una scelta ottimale della efficienza nella produzione di potenza elettrica. Interessante anche la parte finale sulla possibilità di installazione sulle facciate. Da leggere.

 

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Potrei dire che forse c’è un eccesso di certificazioni. che in molti casi hanno più uno scopo commerciale che tecnico, visto che hanno un costo e quindi diventano un business. Dipende molto dalla serietà dell’ente certificatore. Vi presentiamo quella sulla certificazione di Esperto in Edilizia Sostenibile, un sigillo che certifica la conoscenza delle migliori norme costruttive in termini di sostenibilità ambientale, inclusi i CAM che già dovrebbero essere patrimonio di tutti i buoni tecnici progettisti. Non è dedicata solo ai laureati in Ingegneria ed Architettura e questo è forse il limite principale.

 

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L’Ingegneria del turismo fornisce un supporto metodologico utile ad una pluralità di soggetti: vettori, albergatori, titolari di bed e breakfast e di case vacanza, tour operator e agenti di viaggio e attori della filiera turistica Istituzionale (regioni, enti locali).

L’Ingegnere del turismo si pone come una figura professionale strategica per il futuro del comparto. Un professionista capace di mettere in rete competenze e settori, come infrastrutture e trasporti, tutela e valorizzazione del patrimonio, urbanistica e servizi per progettare l’offerta turistica in modo coerente con la domanda.

Le necessità sono da una parte quelle di una maggior competenza e consapevolezza da parte delle strutture ricettive e dall’altra un miglior governo del territorio che rappresenta la risorsa fondamentale dell’offerta turistica.

L’ingegnere può soddisfare sia le necessità per le strutture turistiche grazie alle competenze in sistemi di gestione, ambiente, sicurezza, impiantistica, ecc, sia le necessità per il governo del territorio con le competenze in Agenda digitale, Smart City, Smart Grid e Industria 4.0.”

Insomma, perfettamente al passo con i tempi, l’Ingegnere del Turismo incarna una delle tante nuove professioni necessarie ad un mondo che altrimenti consumerebbe se stesso in pochissimo tempo.

 

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Più che un puro e semplice articolo  è una approfondita disquisizione che riguarda sia la superficialità dello Stato nello stabilire norme risarcitorie a favore di pochi (comunque pochi o tanti non conta) il cui peso economico ricadrà inevitabilmente  su tutta la collettività, sia i rischi che corrono i professionisti che concorrono nell’asseverazioni di interventi non approvati a priori, anche per la parte strettamente economica, ma sulla cui congruità lo stesso Stato interverrà in tempi successivi e con criteri valutativi che non potranno essere, checche se ne dica, uniformi.

Senza entrare in dettagli, e senza menzionare, come in tono ironico fa l’autore, il fatto che come adeguamento sismico alcuno  possa intendere anche la stuccatura o tinteggiatura delle pareti (leggasi, ad esempio, Napoli dopo il terremoto del Belice), sottopongo il testo all’esame dei colleghi interessati a queste tematiche. Le loro integrazioni, puntualizzazioni, osservazioni, troveranno spazio in colonna 3 di Trello, Potranno essere allegate al contributo che andrà sul Sito Culturale (che a già trattato di questo argomento) o diventare esse stesse un contributo del tutto indipendente e del tutto esaustivo.

Gen Guala

 

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Contributo che ci riguarda  tutti come cittadini: purtroppo le fake news diffuse dai media sono quelle che più influenzano l’opinione pubblica, L’essere ritrattate (caso mai verificatosi, da quel che ne so, per le TV) o provocare un’ammenda non rimedia al danno fatto.

In quanto al “Sito Culturale”, potrebbe al massimo essere incriminato il Direttore e l’Autore del contributo. Ma è un’ipotesi così remota, dato i temi trattati, che non vale la pena dii preoccuparsene. A meno che affermare, ad esempio, che il nuovo ponte di Genova sia un’opera d’arte sia considerato un reato.

Gen Guala

 

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Storico riconoscimento da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione per l’Ingegnere dell’informazione che viene riconosciuto come figura professionale determinante per il raggiungimento degli obiettivi nell’ambito del PNRR. L’ingegnere dell’informazione avrà responsabilità professionale con apporto di parere, giudizio e proposta di soluzione attraverso l’uso di metodologie avanzate, innovative, direzione lavori, stima e collaudo.

 

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Il Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo, organismo istituzionale formato dalle consigliere comunali e da rappresentanti di organizzazioni che agiscono sul territorio con sguardo di genere, ha pubblicato a febbraio 2022 il documento “La cura dello spazio urbano”, che propone all’amministrazione comunale l’adozione di una prospettiva di cura del territorio nel processo di elaborazione del nuovo PGT.

Se nella società attuale l’azione di cura nelle sue varie declinazioni è ancora prerogativa delle donne, a sua volta la predisposizione alla cura, intesa come assunzione di «responsabilità sistemica, multilivello, trasversale, collettiva, intersettoriale, prioritaria a livello politico, amministrativo e culturale» (Fava M.J. e Orestano L., “Una politica capace di prendersi cura”. La Stampa, 18 dicembre 2020), diventa il valore aggiunto che lo sguardo femminile apporta all’azione di governo della città. È dunque il concetto di cura, adottato come paradigma culturale e valoriale dal Consiglio delle Donne per il piano di lavoro 2021-2022, a guidare le strategie proposte per il nuovo PGT, scelta che appare oggi ancora più significativa e condivisibile al cospetto delle immagini di distruzione che giungono dall’Ucraina.

Per spiegare l’applicazione di questo paradigma alla progettazione della città, il Consiglio delle Donne richiama il pensiero dell’architetta Annalisa Marinelli.  L’esperienza della cura, secondo la Marinelli, dota coloro che la vivono di strumenti per rispondere ai bisogni dell’essere umano quali il buon senso, l’autorevolezza, l’empatia, la flessibilità e la creatività, diventando quindi un modello di governo. E se tale esperienza è quella che influenza maggiormente il diverso modo di vivere la città tra uomini e donne, se ne deduce che l’integrazione di una politica di genere nella programmazione urbanistica, attraverso l’ascolto delle necessità delle donne, rappresenti una strategia efficace nel perseguimento di una città inclusiva, accessibile e vivibile per tutti i suoi abitanti, un modello urbano orientato non più secondo le istanze di grandi flussi e macro-funzioni, ma secondo una dimensione umana caratterizzata dalle relazioni tra gli individui (A. Marinelli. La città della cura. Spazi urbani e corpi vulnerabili. Napoli: Liguori 2015 e www.ingenere.it).

Le proposte elaborate dal Consiglio delle Donne si sviluppano all’interno di tre ambiti che, integrandosi tra loro, diventano motore del cambiamento: Città prossima, Città movimento e Città si.cura.

La Città prossima ha l’obiettivo di rispondere al diritto del cittadino alla città, attraverso il ripensamento di tempi, orari e spazi comuni a una scala umana e di genere che superi il modello di città monofunzionale per promuovere una realtà policentrica, diversificata e inclusiva.

La Città movimento parte dall’osservazione che l’azione di cura impone alle donne esigenze di movimento più complesse del tradizionale percorso casa-lavoro, ed è rispondendo a queste esigenze che diventa possibile superare il mezzo di trasporto privato a favore del trasporto pubblico e della micro-mobilità.

Infine, la Città si.cura individua le azioni progettuali in grado di migliorare la vivibilità dello spazio urbano, nell’ottica che la cura e la manutenzione dello spazio pubblico, aperto e costruito, e dei suoi percorsi, siano i migliori strumenti per migliorare il livello di sicurezza della città.

 

Virna Maria Nannei

Commissione Urbanistica

 

Per approfondire:

https://www.lastampa.it/rubriche/la-citta-delle-donne/2020/12/18/news/una-politica-capace-di-prendersi-cura-1.39674276/

https://www.ingenere.it/articoli/la-citta-della-cura-spazi-urbani-corpi-vulnerabili

 

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