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La principale novità, per i lavori disciplinati dal Codice dei Contratti Pubblici, è la **definizione capillare dei contenuti del **nuovo documento progettuale obbligatorio, complesso e multidisciplinare, LA RELAZIONE CAM, che è richiamata anche dal nuovo Codice dei Contratti 2023, è compliant con il PNRR e relativa logica del DNSH e si pone in maniera del tutto analoga alla Relazione di Sostenibilità Ambientale prevista nel titolo IV del prossimo DpR 380. Si tratta quindi di una materia generalizzata a tutte le Costruzioni, pubbliche o private di qualunque valore.

In merito, segnaliamo un Ciclo di seminari per Progettisti, molto completo ed approfondito, organizzato dagli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti e da Inarsind di Bergamo, ed un primo focus sui contenuti principali del documento: highlights e criticità.

Il Cdr

 

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Presentiamo due pregevoli articoli sul tema della impermeabilizzazione sotto e/o controterra: Il primo è di un Geometra che ha messo a frutto un lungo periodo di commercializzazione di prodotti specifici per questi temi e che ora di questi temi ha fatto la sua professione tecnica; Il secondo è di un ns collega Ingegnere che porta avanti anche l’attività di impresa e che quindi con questi temi si deve misurare correntemente.

I due scritti rappresentano veramente una summa di ciò che c’è da sapere su questo argomento.

Buona lettura!

Il CdR

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Il grande boom dei lavori legati ai Bonus edlizi ha sicuramente riattivato il comparto delle costruzioni, generando però un proliferare di imprese edili spesso non qualificate e non strutturate, o alla circolazione di prodotti non conformi ai requisiti di legge. Su questo e più in generale sul concetto di competenze del professionista, alcune considerazioni dell’Editore Andrea Dari.

L’intervento di Andrea Dari non è di oggi, ma conserva tutta la sua attualità. Si potrebbe aggiungere che i Bonus hanno drogato il mondo dell’edilizia, perché non è stata valutata la qualità e quantità del tonico che doveva sorreggerlo in un periodo di riconosciuta contingenza. L’assenza di un preciso quadro normativo di riferimento, non solo per le imprese costruttrici, con tutti i dubbi e le incertezze che ne sono derivati, non ha aiutato nel finalizzare al meglio le ingenti risorse finanziarie che l’intervento è costato alle casse dello Stato.

M. Bendotti

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Sul n. 3/22 della rivista Inarcassa (distribuito solo questi giorni) c’è l’interessantissimo articolo allegato sulla metrica ESG (Environmental, Social & Governance).

Il tema stava diventando rapidamente un must, nella gestione delle aziende, quando la guerra in Ucraina ha gettato tutti nello scompiglio, rimettendo in discussione tutte le priorità.

Ricordo che la valutazione ESG è nata con l’obbiettivo di dare valore economico alle attività aziendali che coprono questi aspetti. In pratica, valutare il valore di una azienda “senza” o “con” attività o iniziative che ricadano sotto la metrica ESG e poi decidere se intraprenderle o meno.

Purtroppo, spesso anche in buona fede, molte aziende sono entrate in questa logica senza idee molto chiare o a volte consigliate da apprendisti stregoni per cui il vero valore dell’ESG è a volte ideologico o di tendenza piuttosto che realmente economico.

Ma ora tutto è rimescolato dalla guerra.

Sta di fatto che la metrica ESG è solo uno strumento di valutazione e non è il valore in se che, invece, è riferibile a qualunque azienda, priva o munita di valutazione ESG.

Per questa ragione, lo strumento avrebbe tutto il diritto di essere ben compreso e di consolidarsi nell’uso corrente e per questo ritengo che noi ingegneri dovremmo approfondirne la conoscenza per riportarlo nel terreno oggettivo, diciamo scientifico.

Livio Izzo

 

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La tecnologia del CCS (Cattura e Stoccaggio della Co2) e del CCUS (Cattura, Stoccaggio ed Uso della Co2) sta attirando l’attenzione di chi opera in settori produttivi che attualmente rilasciano in atmosfera forti quantità di questo gas, conclamata causa dei cambiamenti climatici del nostro pianeta. In quest’articolo, un Collega dell’ENEA, ci lascia una panoramica informativa su questo argomento.

Il processo base, teoricamente più semplice, consiste: 1) cattura della Co2 dai combustibili fossili; 2) trasporto della Co2 ai siti di stoccaggio: 3) stoccaggio geologico in siti profondi. Si presume che questa procedura porterebbe ad un aumento dei costi industriali dal 5 al 10%.

Si pensa che anche l’utilizzo di E-fluid, se i reagenti utilizzati per la sintesi (H2 e Co2) sono di origine rinnovabile, così sarà il prodotto sintetizzato.

Sono in corso progetti (non molti) per testare i due procedimenti. Ad essi dovrebbero essere interessate le principali industrie che, come sottoprodotto di scarto, producono Co2 in quantità molto rilevante.

Il fatto che le due tecnologie non siano attualmente molto utilizzate, il parere personale di chi scrive questo abstract, è che la ricerca in questa direzione venga comunque portata avanti, perché potrebbe essere molto utile anche dopo il raggiungimento degli obiettivi che l’umanità si è fissata per il 2050.

GG

 

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La rilevazione dei prezzi edili in Bergamasca, effettuato dalla Commissione Provinciale della CCIAA , ha verificato aumenti medi del 14% nel residenziale contro il 7% del 2021. Duplice effetto del boom dei prezzi di ferro, cemento e petrolio e di una forte domanda sostenuta dagli incentivi statali. Sempre contenuto l’aumento del costo della manodopera. Preoccupazione per l’effetto bolla in un settore trainante.

Il primo effetto potrebbe essere riassorbito, al ritorno a valori di mercato di fero, cemento e materie plastiche, influenzati direttamente da quelli di gas e petrolio. Anche l’eccessiva domanda, concentrata in tempi brevi – sostenuta più dagli incentivi statali che da necessità reali nel breve periodo – verrebbe ridimensionata da una riduzione degli incentivi stessi.

Era da aspettarsi che la “bolla” creatasi, pur se giustificata da fattori emergenziali, prima o poi sarebbe stata destinata a scoppiare. Speriamo, come tutti gli operatori seri dell’edilizia dovrebbero augurarsi, che i provvedimenti che saranno presi dal governo, riescano a riportare il mercato a una sana e socialmente accettabile economia di mercato, gestendo la fase transitoria sgonfiando gradualmente il pallone, evitandone una violenta deflagrazione allo scoppio.

GG

 

 

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Sulla Direttiva europea sulle case green si è acceso un aspro dibattito soprattutto sul piano politico che, però, rischia di attestarsi su base ideologica.

Il CNI si inserisce proponendo un approccio laico e scientifico per cogliere la grande opportunità che si apre su un problema oggettivamente complesso ma anche ineludibile se si vuole perseguire la riduzione della Co2.

Qui di seguito la sintesi finale, del CNI, in un articolo molto articolato ed approfondito:

“Un piano di risanamento energetico degli edifici – afferma Giuseppe Maria Margiotta, Consigliere CNI e Presidente del Centro Studi CNI – specie se estremamente impegnativo come quello che si sta profilando in sede UE, deve basarsi su dati analitici approfonditi e affidabili. Ciò di cui oggi disponiamo relativamente alle condizioni del patrimonio edilizio sono dati interessanti ma definiscono un quadro per molti aspetti approssimativo. Non è più tempo di approssimazioni. Chiediamo che l’interlocuzione con l’UE si basi definendo con chiarezza il quadro operativo di intervento per poter realisticamente quantificare i tempi ed i costi di tale operazione e questo non è un lavoro che, a nostro avviso, può essere svolto solo dal Governo e dagli uffici tecnici dei Ministeri competenti per materia, ma deve coinvolgere i professionisti dell’area
tecnica che meglio conoscono le complessità dei territori e dei cantieri.”

 

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Negli ultimi anni, il metaverso è diventato un argomento di grande interesse per gli ingegneri dell’ICT (Information and Communication Technology). Si tratta di un universo virtuale in cui gli utenti possono interagire con oggetti e persone, creando un nuovo mondo digitale in cui vivere e lavorare.

Il termine è stato coniato da Neal Stephenson nel suo romanzo del 1992 “Snow Crash”. Nel libro è una sorta di mondo virtuale a cui gli utenti potevano accedere tramite visori per la realtà virtuale e interagire con altri utenti in modo simile alla vita reale. Questa visione del futuro sembrava fantascientifica, ma oggi ci si avvicina sempre di più alla realizzazione di questo concetto. Negli anni successivi infatti , il concetto

è stato ampiamente adottato e sviluppato dalla comunità dei giochi online e dei mondi virtuali. Inoltre è stato sviluppato e raffinato da molte altre persone e organizzazioni, tra cui la società di tecnologia Oculus, di proprietà di Facebook, che sta lavorando per creare un metaverso che sia accessibile a tutti.

‌Il metaverso offre grandi opportunità per gli ingegneri dell’ICT. In primo luogo, consente di visualizzare in modo tridimensionale progetti edilizi e infrastrutture, testando soluzioni di progettazione in modo molto più rapido ed economico rispetto ai metodi tradizionali. In questo modo, gli ingegneri possono creare progetti più efficienti, con costi di costruzione ridotti e tempi di consegna più rapidi, oppure può anche essere utilizzato per la progettazione e lo sviluppo di nuove tecnologie. Ad esempio, gli ingegneri possono creare e testare robot, droni e altri dispositivi in un ambiente virtuale prima di costruirli nella vita reale. Questo approccio può essere particolarmente utile per la progettazione di sistemi di sicurezza e di monitoraggio, dove l’uso di tecnologie di realtà virtuale può aiutare a valutare scenari di emergenza in modo molto più preciso e veloce.

Il metaverso può anche essere utilizzato per migliorare l’interfaccia utente dei prodotti ICT. I designer possono utilizzarlo per testare diverse configurazioni di interfaccia utente e di interazione tra utente e prodotto, migliorando così la facilità d’uso e l’efficacia dei prodotti finali. Offre infine un’opportunità unica per gli ingegneri dell’ICT di collaborare in modo più efficace e globale. Gli ingegneri di tutto il mondo possono incontrarsi qui per condividere idee, risolvere problemi e sviluppare nuovi progetti in modo rapido ed efficiente. Uno dei principali vantaggi è che può offrire esperienze molto più coinvolgenti e immersive rispetto a quelle offerte dai videogiochi o dalle app tradizionali. Gli utenti possono interagire con oggetti virtuali, esplorare mondi fantastici e comunicare con altre persone in modo molto più profondo e significativo rispetto a quello che è possibile tramite i social media o le videochiamate. Questo può portare a una maggiore innovazione e a una più rapida diffusione delle migliori pratiche a livello globale.

Tuttavia, l’utilizzo presenta anche alcune sfide. In primo luogo, è importante garantire la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti poiché potrebbero essere esposti a rischi come la sorveglianza, il furto di identità e la frode. In secondo luogo, è necessario affrontare i problemi di isolamento sociale e di dipendenza dalle tecnologie, garantendo che non sostituisca completamente la vita reale che potrebbe portare al crearsi una divisione tra coloro che possono permettersi di accedere al metaverso e coloro che non possono, creando una sorta di “divario digitale”.

In conclusione, il metaverso rappresenta un’opportunità unica per gli ingegneri dell’ICT di innovare, collaborare e migliorare il mondo in cui viviamo. Con la sua evoluzione gli ingegneri possono sfruttare il potenziale della realtà virtuale per creare soluzioni innovative e migliorare la qualità della vita delle persone. Tuttavia, è importante affrontare le sfide e garantire che sia utilizzato in modo responsabile e sostenibile, per creare un mondo digitale migliore per tutti.

 

 

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Il ransomware è diventato uno dei crimini informatici più diffusi negli ultimi anni. Questo tipo di attacco consiste nel criptare i dati di un’organizzazione o di un individuo bloccandone così l’accesso per poi richiedere un riscatto per ripristinarlo.

La domanda che molti si pongono dopo essere stati vittime di un attacco ransomware è: “dovrei pagare il riscatto per ripristinare i miei dati?” Sebbene la maggior parte degli esperti di sicurezza informatica, compreso lo scrivente, consigli di NON PAGARE il riscatto, ci sono situazioni in cui potrebbe essere la migliore opzione per l’utente colpito. La risposta a questa domanda è quindi complessa e dipende dalle circostanze specifiche di ogni attacco.

In primo luogo, è importante comprendere che pagare il riscatto non garantisce necessariamente il ripristino dei dati. Con i criminali informatici che di solito conducono attacchi ransomware, anche se si paga il riscatto, non ci sono garanzie che forniscano la chiave per decrittare i dati poiché non hanno alcun obbligo (e non vi alcun modo di obbligarli) a fornire il codice di decrittazione una volta che il pagamento è stato effettuato. Anzi, in alcuni casi, possono addirittura chiedere un secondo pagamento o cercare di estorcere ulteriori fondi.

Inoltre, pagare il riscatto incoraggia a continuare a perpetrare questi attacchi. Se più organizzazioni e individui pagano, il ransomware diventa un’attività molto redditizia e quindi aumenta il rischio di futuri attacchi. Il pagamento del riscatto infatti potrebbe essere visto come una violazione dell’etica e dei valori dell’azienda o dell’organizzazione colpita. Potrebbe anche incoraggiare altri a violare la sicurezza dell’azienda, sapendo che l’azienda è disposta a pagare per ripristinare i dati.

C’è anche un rischio per la privacy e la sicurezza dei dati. Pagare il riscatto potrebbe mettere a rischio i dati sensibili dell’organizzazione o dell’individuo, poiché i criminali informatici potrebbero utilizzare l’occasione per raccogliere informazioni sensibili o compromettere ulteriormente il sistema.

In generale, tutte le agenzie di Sicurezza Informatica, a ragione, consigliano di non pagare il riscatto in caso di attacco ransomware. Ogni caso è comunque diverso e le organizzazioni o gli individui colpiti devono prendere in considerazione la gravità dell’attacco e la disponibilità di altre opzioni specialmente se un’azienda o un’organizzazione dipende fortemente dai dati per le proprie attività quotidiane e il ripristino rapido dei dati è essenziale.

Ad esempio, se i dati critici sono stati crittografati e non sono disponibili backup affidabili, potrebbe essere necessario valutare l’opzione di pagare il riscatto per ripristinare i dati. Tuttavia, è importante valutare attentamente questa opzione e cercare altre alternative prima di optare per il pagamento.

In conclusione, un ‘attacco ransomware può avere conseguenze disastrose per le organizzazioni o gli individui coinvolti e pagare il riscatto NON E’ MAI la soluzione migliore. Purtroppo, ci sono situazioni in cui il ripristino rapido dei dati è essenziale e il pagamento del riscatto potrebbe essere l’unica opzione È importante valutare attentamente tutte le opzioni disponibili e cercare assistenza da professionisti della Sicurezza Informatica. In ogni caso, le organizzazioni dovrebbero pianificare in anticipo la risposta a un attacco ransomware, includendo protocolli di sicurezza, backup regolari dei dati e piani di ripristino che costituiscono, ad oggi, gli unici strumenti validi a disposizione per il ripristino dei sistemi compromessi.

 

 

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L’ottava dimensione del BIM riguarda la sicurezza e la prevenzione degli infortuni in cantiere, così di sente ormai parlare anche di 8D; in effetti da e con il Modello BIM sarebbe possibile simulare tutte le azioni prevedibili ed i rischi connessi, proprio come si addice ad un digital Twin, quindi fornire al settore delle costruzioni migliori risultati nel campo di salute e sicurezza, non solo nel cantiere ma anche nella gestione di futura manutenzione e gestione del fabbricato.

L’articolo che segue percorre i passi per capire come sia possibile la gestione dei rischi con l’utilizzo di questo strumento e innesca una riflessione: perché le norme non lo rendono cogente o, quanto meno, non lo considerano premiale?

L. Izzo, M. Bendotti

 

 

 

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