Venerdì 24/2, nella sede dell’Ordine, abbiamo seguito un corso di Public Speaking.
Il format è stato assolutamente atipico: si è trattato, di fatto, di un workshop, un laboratorio in cui fare degli esercizi, proposti dalla Formatrice, Francesca, ed apprendere direttamente da come li svolgevamo: ciascuno, di fatto, in modo personale e da cui estrapolare considerazioni, esperienze e insegnamenti.
Non ci sono, quindi, i classici “atti” da trasferire anche a chi non c’era ma ci siamo sentiti di provare direttamente noi, i discenti, a tratteggiare quello che abbiamo appreso.
Peraltro abbiamo scoperto lì di avere avuto una Formatrice speciale: una Psicologa, di Professione Attrice e Formatrice. Non potevamo avere insegnante/animatrice più adatta che con gli strumenti della psicologa ha indagato cosa sta dietro alla “performance” e con quelli dell’attrice ha evidenziato caratteristiche e modi per porsi efficacemente al pubblico.
Torniamo all’evento.
Pensiamo ad una qualsiasi delle occasioni che a tutti noi capitano di parlare in pubblico e riflettiamo su cosa possiamo fare, nelle varie fasi, per arrivare ad una presentazione che lasci il segno. Ecco alcuni suggerimenti.
PREPARAZIONE:
CONFRONTARSI con altri per decidere cosa si vuole dire (la storia che si vuole raccontare): dal confronto nascono le diverse idee e si possono esplorare più possibilità, decidendo quali esporre e quali lasciare da parte. Si arriva così a definire in maniera completa la nostra “storia”.
Chi sono i “personaggi” importanti della storia? Ripassare il racconto, ASSUMENDO DIVERSI PUNTI DI VISTA – come ad esempio dei diversi personaggi in gioco – consente di rivedere quali altri elementi fondamentali considerare. Sono ancora gli stessi già individuati?
Si passa così da LA STORIA a LE STORIE!
FARSI DOMANDE: si scopre magari che la storia forse comincia prima e forse finisce dopo le sue stesse delimitazioni. Andiamo così a cercare/avere ulteriori informazioni.
NELL’AZIONE:
La gestualità deve essere di APERTURA verso l’uditorio, non di chiusura (niente braccia conserte). Guardare gli uditori. Entrare in contatto anche visivo con loro.
Mediante un percorso in cui a ciascuno è stato chiesto di svolgere compiti simili, e ognuno lo ha assolto a modo suo, con le sue peculiarità, abbiamo potuto stupirci degli innumerevoli modi in cui uno stesso argomento può essere raccontato e personalizzato, facendone tesoro.
Nell’esporci agli altri, ogni particolarità espositiva utile è stata individuata e portata all’attenzione di tutti, estrapolando così la teoria dalla sperimentazione pratica, con metodo induttivo, portando solo in seconda battuta a definire, spiegare e incorniciare la specifica tecnica utilizzata.
Insomma, è stata una esperienza coinvolgente ed entusiasmante e, francamente, MOLTO ISTRUTTIVA, in quanto disegnata e applicata a ciascuno dei presenti, a partire dalla propria specifica dimensione di partenza.
Solo dopo aver scritto quest’ultima frase ci sentiamo di potervi anche dire quali sono state le due storie scelte per l’esercitazione: Biancaneve e Cappuccetto Rosso.
Per chi è interessato all’argomento suggeriamo di iscriversi alla newsletter della Dott.ssa Francesca BENI e/o di leggere gli spunti sul suo BLOG e/o leggere i libri da lei suggeriti:
Renata Gritti e Livio Izzo