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Abbiamo già trattato l’impatto dello Smart Working sull’industria nel ns precedente articolo

EMERGENZA COVID-19. Lo smart working: impatto e opportunità per le PMI

Ritorno sull’argomento, cogliendo spunto dall’interessante articolo di BitMAT allegato, per rapportarlo ad uno studio professionale di progettazione, in qualsiasi disciplina ingegneristica.

In conference call siamo ormai del tutto abituati a condividere lo schermo, fra colleghi di diverse discipline o con diversi ruoli, sul particolare della tavola in discussione e, lì per lì, non ci vengono in mente le conferenze intorno ad un tavolo-riunioni con una bella tavola A0 spianata in mezzo dove, per guardare il particolare in discussione, dovevamo avvicinarci tutti alzandoci ed allungando il collo quanto possibile e facendo capannello sul tavolo appoggiati malamente alle braccia.

Non ci vengono in mente perchè, in verità, stavamo gradualmente perdendo l’abitudine alle tavole cartacee perchè molto “effimere” e costose a tutto vantaggio di una analisi su un buon monitor ma anche qui, stare vicino all’operatore non ti dà la stessa chiarezza di percezione di quando sei tu di fronte al tuo schermo, magari uno schermo duplicato da 28″ 4K come è ormai quasi normale avere tutti.

Insomma, se non facciamo mente locale, non ci rendiamo conto che la condivisione dello schermo è di gran lunga più efficace delle esperienze precedenti e che abbiamo “scoperto” in grande ritardo rispetto alla tecnologia.

In pratica, il Covid ci ha fatto vincere non solo la pigrizia o la inerzia al cambiamento ma la condivisione in conference-call è la tecnica più efficace di collaborazione che si possa avere oggi sul mercato.

Se poi aggiungiamo il risparmio di tempo e di risorse per gli spostamenti facciamo veramente Bingo!

Se facciamo analoga considerazione sulle riunioni non tecniche, per esempio le Commissioni, i Consigli ed anche gli eventi formativi con videocamera accesa, si arriva a chiedersi perchè non lo abbiamo fatto già molto tempo prima.

E invece corriamo il rischio di tornare indietro…

C’è nell’aria il motivo ricorrente della socializzazione, che ci porta a volte a “mitizzare” la normalità delle riunioni “in presenza”.

Per carità, non ho dubbi che per gli studenti, specialmente i più giovani, ma anche fino alla maturità, le lezioni in classe e la strada affianco ad un compagno di classe siano importanti quasi quanto il contenuto dello studio ma per gli adulti, onestamente, farei molti distinguo e, quanto meno, farei una analisi situazione per situazione per valutare la soluzione migliore che, forse, sarà quella di un mix salutare fra le diverse modalità.

Ecco, ho voluto condividere queste mie esperienze e queste mie considerazioni. Mi piacerebbe leggere contributi di esperienze anche diverse o anche di apprendimenti diversi dalle stesse esperienze perchè da queste prese di coscienza dovremo immaginare come costruire il nostro futuro di progettisti.

 

Livio Izzo

 

 

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PMI_e_Smart_Working

 

 

 

 

 

 

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Il BIM è uno strumento inutile, un’ulteriore incombenza imposta dalle norme?

Oppure è l’occasione per un cambio radicale di modus operandi?

Sono diversi gli esempi che, nella realtà, hanno dato ragione a questa seconda chiave di lettura; non pochi gli esempi in cui il BIM è stato scelto e adottato sebbene non ce ne fosse l’obbligo, proprio perché il BIM dà la possibilità di un maggior controllo sulla progettazione, con ottimizzazione delle tempistiche di produzione degli elaborati progettuali oltre a computi metrici perfettamente aderenti al progettato.

Anche l’esperienza dei piccoli studi, come quella dell’autrice dell’articolo, dà lo stesso riscontro: anche applicato ai piccoli progetti ha il suo perché!

Non per forza dobbiamo pensare al sistema BIM nel suo complesso (che probabilmente ci sembra inaffrontabile e soprattutto può rivelarsi difficilmente attuabile -perché non coinvolge solo il singolo studio-) ma possiamo cominciare a piccoli passi.

Nell’articolo, la collega Michela Bendotti ci racconta la sua esperienza…..

 

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WHY_NOT

 

 

 

 

 

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Qualsiasi accadimento della vita professionale da cui potrebbe nascere una richiesta di risarcimento – anche laddove si ritiene di non avere responsabilità -costituisce una “circostanza” da segnalare tempestivamente alla propria compagnia di Assicurazione, al fine di consentire la migliore gestione della pratica ed al fine, cautelativo, di ottemperare ad una clausola di polizza.

Ing. Cristina Marsetti

 

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IL_TALLONE_D_ACHILLE_DELLE_POLIZZE_ALL_RISKS_-_l_obbligo_di_segnalazione_delle_circostanze

 

 

 

 

 

 

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Il 18/12/20 il CSLP ha espresso un parere sul documento “Linee Guida sulla qualità dell’Architettura”.

Lascio al lettore leggere e meditare sui vari argomenti bene illustrati nell’articolo allegato ma vorrei soffermarmi su alcuni dei punti principali contenuti nel documento e che sono entrati (finalmente!) nel dibattito scientifico: 1) L’Architettura e il paesaggio, nella loro più ampia definizione, rivestono un valore di primario interesse pubblico per la collettività e LA QUALITA’ DELL’ARCHITETTURA E’ UN DIRITTO FONDAMENTALE PER OGNI PERSONA; …. 3) Tutti i cittadini hanno il diritto di fruire di uno spazio edificato di qualità; … 8) La manutenzione di un’opera di Architettura è parte integrante e imprescindibile del mantenimento della qualità dell’Opera stessa nel tempo.

Questi enunciati, così forti, semplici, quasi banali ma, al contempo, Rivoluzionari mi evocano il forte senso di insofferenza e malessere che il costruire solo per avere un tetto ha avuto nel mio intimo per decine di anni. Prima per aver abitato in una delle centinaia di migliaia di case “abusive” e, a dir poco, “essenziali” delle borgate di Roma e poi per aver lavorato nella prefabbricazione dove per troppi anni si è pensato solo ai volumi di calcestruzzo lavorato e mai dei risultati architettonici.

Finalmente sento che l’esigenza di “Costruire” un ambiente gradevole è arrivato al sentire comune, almeno dei più sensibili, e che non dobbiamo solo investire nelle vestigia antiche, come se il costruire presente non costituisse l’ambiente del futuro nostro e dei nostri figli!

Si, Penso che questo documento meriti un ampio dibattito non solo fra gli addetti ai lavori ma anche in ambiti più “sociali” perchè stiamo parlando di un bene comune, non solo da preservare ma anche, o soprattutto, da costruire!

Livio Izzo

 

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Qualità_dell’Architettura

 

 

 

 

 

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L’articolo evidenzia alcuni aspetti che è opportuno che il professionista valuti attentamente quando stipula una polizza assicurativa.

La richiesta di risarcimento è il momento della verifica della legittima aspettativa dell’assicurato di vedersi protetto dall’impresa di assicurazioni, cioè di vedersi risarciti sia i danni di cui fosse ritenuto responsabile, sia le spese legali necessarie per resistere all’azione legale promossa dal danneggiato nei confronti dell’assicurato.

Ing. Cristina Marsetti

 

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articolo Marsetti

 

 

 

 

 

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Prima il 50% per le ristrutturazioni, poi il 65% per le riqualificazioni energetiche, poi ancora il 90% per il recupero conservativo delle facciate ed in ultimo (o forse no) il Superbonus 110%… di contorno, collante e/o ostacolo una giungla di norme, decreti, procedure, circolari, risoluzioni, interpretazioni dalle più disparate fonti… il tutto alla valutazione dell’onnisciente tecnico professionista chiamato all’appello, che teme il fatidico momento in cui debba dire al cliente “questo Bonus non s’ha da fare!”

In questo articolo una panoramica interessante sulle principali “fatiche” che il professionista si trova ad affrontare nella disamica degli infiniti casi di Superbonus 110… nella speranza che tutto non sia vano!

Ing. Sebastiano Moioli

 

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superbonus_superman

 

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Sono tante ormai le Polizze Professionali pensate per i Professionisti. Alcune sono Convenzionate con i nostri Enti di Riferimento: Inarcassa, CNI, Inarsind ma sul mercato ce ne sono molte altre.

Per noi professionisti, quindi, è sempre più difficile districarsi ma la ricchezza di polizze disponibili ci dà anche l’opportunità di scegliere in maniera più mirata cosa fa per noi. A maggior ragione se ci occupiamo anche di 110% ma non solo.

Questo articolo è proposto per darci i riferimenti basilari per la comprensione di questi argomenti e, quanto meno, per farci fare alcune domande…. cui dare, poi, delle risposte….

L’articolo originale, sempre attuale per gli aspetti generali, è stato poi integrato con una trattazione aggiornata a tutte le novità legislative intercorse fino ad oggi. Rendiamo disponibili entrambi gli articoli.

 

Il Comitato di Redazione

 

 

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Le_novità_della_Legge_di_Bilancio
Superbonus_110_polizza_adeguata

 

 

 

 

 

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Da alcuni anni la parola “resilienza” è diventata “di moda”.

Non so voi ma io non mi sento felice quando sento attribuire questo termine non all’acciaio, come siamo abituati come ingegneri, ma a qualcuno o a qualcosa cui non riusciamo a trasferire il concetto che abbiamo in testa. Mi disturba….. mi viene da pensare che stanno “scimmiottando” un termine che ha un significato (per me) estremamente preciso e che lo stanno usando senza saperne il significato…..

Beh, questo articolo del collega Giuseppe Margiotta mi ha fatto rimettere i piedi per terra, Se c’è un vuoto, sappiamo che qualcosa lo colmerà…… se c’è bisogno di coniare o tradurre un concetto per prima cosa si cerca di utilizzare quello che c’è e, se lo si usa frequentemente e da diverse fonti, la lingua si arricchisce di un nuovo vocabolo o di una nuova accezione di un vocabolo esistente….. che noi lo vogliamo o no!

E così questo articolo mi ha colpito e mi ha fatto riflettere…… noi ingegneri non abbiamo un diritto di proprietà assoluta sui termini che usiamo e, viceversa, la trasformazione del linguaggio corrisponde alla trasformazione della natura ed in definitiva: è vita!

Izzo Livio

 

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resilienza

 

 

 

 

 

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La causa più frequente di rigetto dei sinistri è la pregressa conoscenza. Per l’operatività della polizza è infatti fondamentale ponderare bene le dichiarazioni che si sottoscrivono e rispondere in modo corretto e completo alle domande previste nel formulario predisposto dall’assicuratore perché, ai sensi degli artt. 1892/93 cc, dichiarazioni inesatte e/o reticenti possono comportare la perdita o la riduzione dell’indennizzo.

 

Ing. Cristina Marsetti

 

 

 

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articolo sulle circostanze che escludono il risarcimento

 

 

 

 

 

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Chi non è esperto di polizze assicurative, come quasi tutti noi professionisti, dà per scontato che la responsabilità di comprendere, e poi accettare, tutte le clausole, anche quelle “scritte in piccolo”, sia unicamente nostra e invece non è così: l’Intermediario che ci propone una polizza ha un’ampia responsabilità non solo nel renderci coscienti delle implicazioni di ciò che firmiamo ma anche nel valutare che sia la polizza più opportuna per le nostre esigenze o, quanto meno, nell’evidenziarci le criticità della polizza proposta affinchè possiamo eventualmente scegliere la polizza di un’altra Compagnia che ci tuteli meglio.

 

continua la lettura:

GLI_INTERMEDIARI_ASSICURATIVI_-_Obblighi_e_responsabilità

 

 

 

 

 

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