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Le applicazioni possibili della tecnologia BIM alla progettazione antincendio sono molteplici, in questo articolo ne sono state indicate solo alcune. Anche i vantaggi sono numerosi, a partire dalla facilità con cui è possibile modificare le scelte progettuali fatte in precedenza: per ogni singola modifica fatta, si aggiorna l’intero modello, quindi tutte le viste relative. Lo stesso vale per i parametri: modificando la compilazione di un parametro si aggiorneranno tutte le viste e gli abachi. In caso di progettazione con soluzioni alternative, il modello geometrico può essere esportato e utilizzato per simulazioni avanzate di incendio e di esodo, velocizzando il processo progettuale.

Inoltre, una progettazione antincendio realizzata in questo modo non si ferma alla sola parte di prevenzione e protezione, ma è già rivolta verso la gestione della sicurezza antincendio, tema sempre più attuale. Il modello BIM, infatti, può essere utilizzato dalle aziende o dalle ditte manutentrici per tenere monitorate le scadenze dei controlli sugli impianti e sulle attrezzature antincendio, oltre che per aggiornare le informazioni del modello stesso in base ai risultati dei controlli periodici.

Un ultimo vantaggio, ma non meno importante, è la facilità con cui si possono ricavare le informazioni da un unico modello: è sufficiente interrogare un elemento, guardandone le proprietà, per capire la sua funzione specifica all’interno del progetto antincendio. Magari in un futuro non troppo lontano la presentazione di istanze di prevenzione incendi non avverrà tramite formati 2D non interrogabili, ma con un unico modello BIM consultabile e contenente tutte le informazioni progettuali.

 

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L’impatto (del minicodice) sarà sicuramente importante. Come per il Codice di Prevenzione Incendi nel 2015 ci saranno una parte degli stakeholder che cercheranno di frenare, di conservare quanto consolidato negli anni, ma nulla si potrà fare per evitare il progresso tecnologico, normativo e quindi il miglioramento della reale sicurezza in caso di incendio nelle aziende italiane.

Riporto le parole dell’ex capo del CNVVF Ing. Fabio Dattilo nelle quali trovo la motivazione quotidiana nel contribuire con la mia professione a garantire la sicurezza antincendio nelle aziende italiane: “L’ingegnere che svolge attività nel campo antincendio deve riuscire a far capire al proprio committente che lui sta collaborando a risolvere problemi.

Deve far capire che fa parte della strategia aziendale. Se riesce a far questo ha venduto bene il suo prodotto, un prodotto di non poco conto. Deve far capire che il suo lavoro è quello di risolvere i problemi e non essere il problema”.

 

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Il datore di lavoro è il nuovo soggetto destinatario di obblighi formativi.

È indubbio ed estremamente opportuno che tale fondamentale figura della sicurezza sia consapevole del proprio ruolo e dell’importanza dell’integrazione della gestione della sicurezza nella gestione aziendale.

Ancora non sappiamo quali siano i contenuti di questa formazione obbligatoria. Tuttavia alcune riflessioni sono forse necessarie.

La formazione fatta finora per le altre figure della sicurezza – lavoratori compresi – non è risultata essere così efficace come ci si aspettava. Negli ultimi anni se ne è fatta molta, ma i numeri degli infortuni non sono calati. Perché quindi decidere di estendere l’obbligo ad altre figure invece di pensare a soluzioni di diversa natura?

Il Testo unico non aveva previsto una specifica figura da affiancare al Datore di lavoro al fine di fornire tutto il supporto tecnico necessario? Era veramente necessario prevedere altra formazione o si poteva puntare sulla valorizzazione delle figure del RSPP e del Medico competente affinché il datore di lavoro ne comprendesse in pieno utilità e potenzialità?

E infine, le scelte del legislatore – ancora una volta – sono state condizionate dall’urgenza di dare risposte piuttosto che valutate e ragionate per dar loro coerenza e piena efficacia?

Non resta che attendere il 30 giugno prossimo – data assegnata alla Conferenza Stato Regioni per definire durata, contenuti minimi e modalità della formazione – per comprendere meglio le intenzioni di queste nuove disposizioni.

Tuttavia, pur di avere un Accordo dai contenuti solidi e di univoca interpretazione, siamo certamente disposti ad attendere qualche mese di più.

Chiara Marinoni

Commissione Sicurezza

 

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Il Futuro è sempre più “Oggi”!

La digitalizzazione del Codice di Prevenzione Incendi e delle relative pratiche autorizzative è oggetto di un lavoro svolto con il Dipartimento dei Vigili del fuoco ormai giunto al momento della prototipazione. Per descrivere il lavoro svolto e come cambierà tutto l’iter di una “pratica antincendio” vi proponiamo questo articolo scientifico scritto dai colleghi Professionisti che si sono co-impegnati in questo progetto e, a mò di abstract, ve ne anticipiamo le conclusioni”.

“Il progetto del Fire Digital Check, avviato nel 2019, è tutt’ora in corso per riuscire a trovare le soluzioni più ottimali per digitalizzare i tre obiettivi alla base dello stesso progetto. Il contributo che con questo articolo ci si pone è quello di introdurre i concetti principali che sottendono alla complessiva iniziativa, a valenza tecnico – amministrativa – giuridica. Iniziativa questa che vede coinvolte molteplici figure che collaborano con un’unica finalità. Il prossimo passo è quello di testare il processo su un progetto al fine della sua validazione e/o per verifica da parte di un comando provinciale.”

 

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“8 marzo e dintorni”

La festa delle donne

 

In occasione dell’8 marzo, il Consiglio delle Donne di Bergamo ha organizzato una serie di eventi per riflettere su  evidenti  criticità, presenti in tutto il mondo,

presentate sotto il titolo  significativo: “2022 – 8 marzo e dintorni”.

Queste iniziative meritano un plauso incondizionato, indirizzate come sono a portare avanti una rivoluzione epocale rispetto un modo di pensare ancora diffuso, riconoscendo finalmente che il ruolo della donna è altrettanto, se non più fondamentale, di quello svolto dall’uomo. In campo familiare sicuramente, in campo sociale prezioso, in campo politico, dove crediamo che le donne siano in grado di combattere la sconfortante ambiguità che lo caratterizza.

Come “Sito Culturale” abbiamo già deciso di evidenziare le molte positività contenute ne “La cura dello spazio urbano”, affidandone l’approfondimento ad un membro della Commissione Urbanistica, come argomento che interessa tutti, ma particolarmente ingegneri e architetti progettisti di Piani di Governo  del territorio.

Gen Guala

 

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2022_-_8_marzo_e_dintorni_-_iniziative_

 

 

 

 

 

 

 

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Dalla pubblicazione ad oggi, l’allegato I al D.M. 3 agosto 2015 ha subito parecchie modifiche, anche sostanziali, volte a correggere errori materiali ma, soprattutto, a renderne più praticabile l’applicazione. Il D.M. 24 novembre 2021, entrato in vigore il 2 gennaio 2022 ha, almeno nell’immediato, apportato l’ultima modifica al provvedimento.

 

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Sulla base dei dati attuali, l’energia da fissione nucleare non sembra avere un futuro in Europa, e tanto più in Italia. Pur se i reattori di terza e quarta generazione hanno indubbi vantaggi sul tema della sicurezza, i costi per impianti di grandi dimensioni non sono e ancora di più non saranno in futuro competitivi con la generazione rinnovabile solare ed eolica: è improbabile che questo tipo di reattori giocherà un ruolo chiave nei paesi occidentali e con l’attuale struttura del mercato dell’energia e degli incentivi alla decarbonizzazione.

Per quanto riguarda la fusione nucleare, non potrà dare un contributo significativo alla decarbonizzazione perché è molto probabile che nel 2050, quando potrebbero essere disponibili i primi reattori a fusione, non ci sarà un reale interesse alla loro installazione, ed è improbabile che i costi potranno essere competitivi con le fonti che allora domineranno il mercato.

Ultimamente c’è un grande interesse per gli Small Modular Reactors (SMR), giustificato dal probabile contenimento dei costi, in particolare dalla riduzione dell’investimento iniziale, nonché dalla versatilità e riduzione dei rifiuti radioattivi prodotti. La reale disponibilità commerciale di questi impianti non è ancora certa: il conseguente sviluppo di questa opzione tecnologica dipenderà fortemente dal successo dell’implementazione dei prototipi nei prossimi 10 anni. Solo se si verificheranno effettivamente i benefici oggi previsti, e solo se i costi finali della produzione di energia elettrica da questi fonti saranno molto ridotti rispetto agli attuali reattori di più grandi dimensioni, i reattori SMR potranno essere competitivi in alcuni contesti con le fonti rinnovabili, e quindi giocare un ruolo più significativo nella decarbonizzazione rispetto ad altre tipologie di energia nucleare. Eventuali ritardi, o difficoltà nella compressione dei costi, potrebbero portare fuori mercato questa opzione, o limitarla fortemente. È ancora presto per poter fare una valutazione affidabile in questo senso; al momento, comunque, i principali scenari di decarbonizzazione non considerano questa opzione.

Va ricordato che l’Italia oggi non possiede un’industria nucleare, e l’energia nucleare è stata abbandonata dopo due referendum popolari; il superamento di questi pronunciamenti – al momento improbabile – richiederebbe inevitabilmente tempo, che allungherebbe ancora di più la concreta possibilità di installazione di questo tipo di impianti.

C’è il forte rischio che il dibattito sull’energia nucleare, seppur benvenuto dal punto di vista epistemologico e democratico, possa essere un modo per spostare l’attenzione: una distrazione rispetto alle tante e impegnative scelte che il nostro paese dovrà fare per ridurre le emissioni di gas climalteranti in linea con l’Accordo di Parigi e con il voto del Parlamento che l’ha ratificato alla quasi unanimità.

Visto che le forze politiche che oggi più spingono per l’energia nucleare sono lo stesse che per tanti anni hanno negato la scienza del clima, arrivando ad approvare mozioni in Senato contrarie alla politica europea sul clima, viene il sospetto che questo improvviso  interesse per l’energia nucleare sia in fondo un diversivo: piuttosto che decidere oggi le azioni legislative per ridurre le emissioni climalteranti, entrando nella concreta realtà delle misure, nel calarle sui territori, garantendo equità nella ripartizione degli incentivi e delle tassazioni, molto meglio spostare l’attenzione, discutendo di costruire, in un imprecisato futuro non prossimo, impianti a cui si attribuiscono doti quasi magiche.

 

Stefano Caserini e Mario Grosso

 

Mi permetto una riflessione, che non vuol assolutamente mettere in discussione quanto Stefano Cesarini e Mario Grosso documentano nello studio “La comoda distrazione dell’energia nucleare”. sintetizzata nell’abstract. Spero anzi vivamente che quanto “decretato” per il 2030 e il 2050 siano traguardi raggiungibili, anche se le date dovessero slittare di qualche anno. Confesso anche che non mi piacerebbe che, per raggiungerli, si disseminasse il pianeta di scorie radioattive di durata millenaria. Tuttavia voglio aggiungere che, se il fine è quello di eliminare in atmosfera le emissioni di gas serra derivanti dalle produzione di energia, l’umanità non può assolutamente permettersi il lusso di sottilizzare su quale fonte costi di più o quale di meno, ma adottare tutte quelle che tendono a questo obiettivo. Solo dopo, si potrà cominciare a fare calcoli economici, e indirizzarsi verso le più convenienti.

 

Gennaro Guala

 

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La Smart Safety: innovazione e digitalizzazione a servizio della sicurezza in cantiere.
L’evoluzione della tecnica nelle attività di cantiere, l’utilizzo di nuovi materiali, nuovi macchinari ed attrezzature digitali, porta necessariamente al bisogno di innovazioni tecnologiche e nuove metodologie a supporto delle strategie di prevenzione e protezione dai rischi adottate in cantiere dalle figure che hanno responsabilità nella gestione della sicurezza.
Recentemente sempre più professionisti ed imprese si stanno dotando di strumenti innovativi non solo per migliorare la propria produttività ed efficienza, ma anche come ausilio nel miglioramento degli standard di sicurezza. Si parla molto di Realtà Virtuale (“Virtual Reality”) e Realtà Aumentata (“Augmented Reality”) per la formazione esperienziale, dell’utilizzo di tecnologie BIM (“Building Information Modelling”) per la rappresentazione del cantiere e RFID (“Radio Frequency IDentification”) per il tracciamento in tempo reale di lavoratori, macchine ed attrezzature. Molto diffuse anche tecnologie nate per supportare altri settori ma ormai largamente sviluppate ed adoperate in cantiere, come sensori intelligenti portatili od indossabili, droni, robot e applicazioni mobili per tablet e smartphone. Meno noto, ma con un potenziale grandissimo nel campo della sicurezza in cantiere, l’utilizzo di intelligenza artificiale, machine learning e blockchain per supportare le figure che hanno responsabilità nella gestione della sicurezza nel loro ruolo di controllo e verifica.

L’articolo vuole rendicontare, seppur in maniera sintetica, alcune delle più interessanti innovazioni tecnologiche, basate anche su esperienze dirette sviluppate dalla nostra società, a supporto dell’attività delle figure che hanno un ruolo di responsabilità nella gestione della sicurezza in cantiere. L’obiettivo è quello che quanto rendicontato possa essere utile spunto nel contesto del processo di transizione digitale che consenta un più moderno approccio alla gestione della sicurezza in cantiere con l’obiettivo di garantire un sempre maggiore livello di sicurezza dei lavoratori.

 

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Si parla molto di Costruzioni ma troppo poco di demolizioni ma questo argomento è destinato ad assumere una importanza sempre maggiore in un’ottica di Economia circolare: Demolire per ricostruire senza consumo di suolo, Demolire selettivamente per il recupero dei materiali etc.

Ma la Demolizione ha bisogno di competenze specifiche che debbano redigere un Progetto, individuare un cronoprogramma, individuare le precise responsabilità dei soggetti, garantire la sicurezza e, ultimo ma non ultimo, ragggiungere il risultato.

Una vera e propria professione che non si improvvisa ma si costruisce passo passo, con teoria e pratica.

In questo articolo, il Collega Maurizio Vicarietti ci fà un efficace escursus della materia, con passaggi ed indicazioni precise ed operative, estremamente utili sia per approcciare la materia che per approfondire alcuni argomenti particolarmente sensibili come quello delle responsabilità e della sicurezza.

 

Livio Izzo

 

 

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Tutti noi abbiamo una firma digitale ma pochi di noi sanno che ne esistono di due diverse specie e rilasciate su tre diverse tipologie di supporti, a seconda dell’uso che ne dobbiamo fare. Come Professionisti, è importante esserne coscienti e scegliere la forma che meglio si adatta alle nostre specifiche necessità.

Il CdR

 

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