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E’ materia nota la tecnologia del cemento armato ed è quasi altrettanto nota la prefabbricazione a secco: quella dei capannoni, per intenderci. Diciamo “abbastanza nota” perché quanto è avvenuto durante il terremoto in Emilia -Romagna ha denunciato carenze progettuali o esecutive che lasciano perplessi, Facciamo notare che la stessa tecnologia, che usa elementi portanti, sia verticali che orizzontali prefabbricati poggiati “a sella” fra loro, è stata utilizzata anche per edifici multi-piano.

Molto meno nota è una tecnologia intermedia: quella che comporta elementi parzialmente prefabbricati, da completare con getti in opera ai nodi. Sia quelli di fondazione con i pilastri, sia quelli di piano, orizzontali e verticali, rendendo la struttura monolitica, in fase di esercizio. Se i programmi di calcolo possono aver reso accessibile e credibile un dimensionamento delle strutture, è necessaria un’analisi dei costi piuttosto accurata, nella ricerca delle soluzioni che consentano di individuare quale metodo di prefabbricazione utilizzare per avere dei benefici effettivi (di costi o di tempo) nella gestione del cantiere .

Quanto detto, è una premessa generale.  Il PREM è un sistema utilizzato per questo tipo di prefabbricazione, (più ditte lo hanno adottato), di cui, anche con immagini, tratta con obiettività l’articolo allegato.

Livio Izzo e Gennaro  Guala – ingegneri

 

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Sulle polizze professionali, necessarie per l’asseverazione nell’ambito del Superbonus 110%, in questo momento c’è un fiorire di articoli, faq, convegni etc.

Due Colleghe del ns Ordine, particolarmente competenti sull’argomento, ci hanno proposto quasi contemporaneamente un contributo informativo molto particolareggiato e potenzialmente molto utile, ai Colleghi interessati all’argomento, che è sembrato più efficace, al Comitato di Redazione del ns sito, pubblicare sotto un titolo unitario.

 

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Per chi, circa sessant’anni fa, ha avuto l’occasione di esaminare il piano urbanistico della vasta area non edificata di Porta Nuova a Milano, che prevedeva la realizzazione di una serie di torri circolari di trenta metri di diametro, si accorge che ne è passata dell’acqua sotto i ponti. Per inciso, una di queste torri, che ho avuto l’avventura di esaminare, era collocata esattamente sul collegamento sotterraneo tra la Stazione Centrale e quella di Porta Garibaldi.

Questo ci porta a riflettere che forse è meglio che lo sviluppo di un organismo complesso come è una città con una storia millenaria, avvenga secondo  fabbisogni reali, e non secondo le ambizioni di un qualche assessore, che vuol passare alla storia. Si potrebbe obbiettare che sessant’anni sono tanti,, ma forse è valsa la pena aspettare qualche decennio, data l’integrazione del complesso nel tessuto urbano e la qualità degli edifici realizzati in questi ultimi anni. Ogni edificio è stato progettato con cura e realizzato secondo le tecnologie gestionali più all’avanguardia.

L’ articolo che segue, autore l’ingegner Alessandro Aronica, vuole essere una sintesi descrittiva delle principali problematiche e delle soluzioni tecniche adottate nello sviluppo del progetto strutturale della nuova Torre sita in viale Melchiorre Gioia 22 in Milano denominata “La Scheggia”. Questo edificio si configura come estensione verso nord del già realizzato complesso di Porta Nuova Garibaldi completato nel 2012.

Il nuovo progetto risulta essere, oltre che di importanza strategica per il pregio dell’edificio illustrato, è un esempio concreto di applicazione delle diverse teorie inerenti alla progettazione delle strutture in cemento armato normale e precompresso. Nel progetto infatti è sicuramente significativo l’utilizzo di calcestruzzi ad alte prestazioni e di miscele speciali per la realizzazione delle strutture portanti. Sicuramente risultano essere rilevanti anche le problematiche strutturali studiate per la realizzazione della Torre con particolare focus fatto per la caratterizzazione delle sollecitazioni eoliche fatta in galleria del vento.

Da ricordare, cosa non secondaria, che la realizzazione dell’edificio, e quindi anche della parte strutturale, si è avvalsa a pieno della tecnologia BIM.

Gennaro Guala –  ingegnere

 

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La rotonda di San Tomè, situata ad Almenno San Bartolomeo, è uno dei tesori del romanico degli Almenno. Con la sua bellezza e sobrietà è una delle ricchezze architettoniche della provincia di Bergamo e sicuramente la più singolare e famosa opera romanica per l’impianto architettonico. S. Giorgio, in posizione isolata, in aperta campagna è la più grande chiesa romanica della Diocesi di Bergamo dopo la basilica di S Maria Maggiore. S. Nicola, ex-convento agostiniano con una bellissima chiesa conventuale 400esca dal corredo iconografico di altissimo profilo (affreschi di Boselli, tele di Cifrondi, Previtali, Bassano).

Ing. Manuel Ravasio

 

 

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Questo articolo tratta delle Travi PREM, un elemento strutturale originale, brevettato originariamente nel lontano 1964 in Italia e preso in considerazione dalle Norme Tecniche italiane solo nell’edizione del 2008, sebbene milioni e milioni di metri siano stati posati in migliaia di cantieri negli ultimi 56 anni.

Il 18 settembre 2009, con “Prot. 116/09 dell’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”,  sono state approvate le Linee guida per l’uso di travi tralicciate incorporate nel getto di calcestruzzo e le procedure per la loro accettazione e per le applicazioni strutturali, secondo le disposizioni dei punti 4.6 e 11.1 del DM 14/01/2008. Questo documento distingue tre categorie di travi: a) miste acciaio calcestruzzo; b) calcestruzzo armato; c) con comportamento ibrido.

Il presente articolo ha lo scopo di mostrare come la grande varietà di morfologie esistenti sul mercato italiano prima delle NTC 2008, tutte riferibili alla categoria c), dopo la pubblicazione delle Linee Guida sono tornate rapidamente alle categorie a) e b) con un’unica eccezione in tutto il panorama nazionale. In particolare, il documento riassume i percorsi seguiti nonché le implicazioni morfologiche, materiche, produttive e di calcolo oltre all’efficienza delle morfologie risultanti con uno sguardo ai possibili sviluppi futuri e come questa tendenza continui anche dopo che il DM 17/01/2018 di aggiornamento al DM del 2008 è stato pubblicato.

Gli autori hanno approfondito grandemente le loro conoscenze, su questa tipologia strutturale, nell’arco delle due ricerche nazionali coordinate degli anni 2006-2010, coordinate da Assoprem, cui aderivano il 90% dei produttori nazionali, ed eseguite in dieci centri di ricerca distribuiti sul territorio nazionale con la collaborazione di ben 20 Università italiane.

Plizzari – Minelli – Izzo

 

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Plizzari_Minelli_Izzo

 

 

 

 

 

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La relazione vuole aiutare ad acquisire la capacità di redigere un Capitolato Tecnico per la fornitura di strutture in acciaio ed a conoscere i principali controlli da eseguire sulle opere in acciaio durante la costruzione. In allegato un Capitolato tecnico tipico.

Relatore: Ing. Benedetto Cordova

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