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La digitalizzazione della verifica delle pratiche edilizie è molto complessa: devono essere digitali non solo il modello architettonico (e/o strutturale e/o impiantistico) ma anche le Norme ed i Regolamenti con cui incrociarlo.

Ci aspetteremmo, quindi, di essere ancora molto lontani dal momento in cui tutto ciò sia possibile e invece no! Siamo molto vicini. Da ormai parecchi anni il tema è non solo sviscerato in teoria ma molte sperimentazioni si sono ormai stratificate tanto che è stata messa in cantiere anche una Norma UNI che possa delineare il perimetro e le specifiche per questa ennesima applicazione del BIM e della digitalizzazione in generale.

Gli autori di questo articolo dapprima delineano molto efficacemente il tema, poi riportano le esperienze già fatte e consolidate per, infine, individuare le azioni da svolgere nell’immediato futuro nella prospettiva che anche il PNRR possa già usufruirne.

Livio Izzo

 

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Abbiamo già trattato l’impatto dello Smart Working sull’industria nel ns precedente articolo

EMERGENZA COVID-19. Lo smart working: impatto e opportunità per le PMI

Ritorno sull’argomento, cogliendo spunto dall’interessante articolo di BitMAT allegato, per rapportarlo ad uno studio professionale di progettazione, in qualsiasi disciplina ingegneristica.

In conference call siamo ormai del tutto abituati a condividere lo schermo, fra colleghi di diverse discipline o con diversi ruoli, sul particolare della tavola in discussione e, lì per lì, non ci vengono in mente le conferenze intorno ad un tavolo-riunioni con una bella tavola A0 spianata in mezzo dove, per guardare il particolare in discussione, dovevamo avvicinarci tutti alzandoci ed allungando il collo quanto possibile e facendo capannello sul tavolo appoggiati malamente alle braccia.

Non ci vengono in mente perchè, in verità, stavamo gradualmente perdendo l’abitudine alle tavole cartacee perchè molto “effimere” e costose a tutto vantaggio di una analisi su un buon monitor ma anche qui, stare vicino all’operatore non ti dà la stessa chiarezza di percezione di quando sei tu di fronte al tuo schermo, magari uno schermo duplicato da 28″ 4K come è ormai quasi normale avere tutti.

Insomma, se non facciamo mente locale, non ci rendiamo conto che la condivisione dello schermo è di gran lunga più efficace delle esperienze precedenti e che abbiamo “scoperto” in grande ritardo rispetto alla tecnologia.

In pratica, il Covid ci ha fatto vincere non solo la pigrizia o la inerzia al cambiamento ma la condivisione in conference-call è la tecnica più efficace di collaborazione che si possa avere oggi sul mercato.

Se poi aggiungiamo il risparmio di tempo e di risorse per gli spostamenti facciamo veramente Bingo!

Se facciamo analoga considerazione sulle riunioni non tecniche, per esempio le Commissioni, i Consigli ed anche gli eventi formativi con videocamera accesa, si arriva a chiedersi perchè non lo abbiamo fatto già molto tempo prima.

E invece corriamo il rischio di tornare indietro…

C’è nell’aria il motivo ricorrente della socializzazione, che ci porta a volte a “mitizzare” la normalità delle riunioni “in presenza”.

Per carità, non ho dubbi che per gli studenti, specialmente i più giovani, ma anche fino alla maturità, le lezioni in classe e la strada affianco ad un compagno di classe siano importanti quasi quanto il contenuto dello studio ma per gli adulti, onestamente, farei molti distinguo e, quanto meno, farei una analisi situazione per situazione per valutare la soluzione migliore che, forse, sarà quella di un mix salutare fra le diverse modalità.

Ecco, ho voluto condividere queste mie esperienze e queste mie considerazioni. Mi piacerebbe leggere contributi di esperienze anche diverse o anche di apprendimenti diversi dalle stesse esperienze perchè da queste prese di coscienza dovremo immaginare come costruire il nostro futuro di progettisti.

 

Livio Izzo

 

 

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PMI_e_Smart_Working

 

 

 

 

 

 

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Finalità del seminario è stata quella di presentare un approccio semplice alla Fire Investigation, finalizzato a fornire soluzioni pratiche alle investigazioni.

Dopo aver analizzato l’indispensabile ed introduttivo argomento relativo alla chimica e fisica di un incendio ci si è soffermati sui fire patterns intesi come le alterazioni visibili prodotte dagli effetti del fuoco sui  materiali, tipicamente presenti nella scena di un incendio e le forme riconoscibili che tali effetti producono.

Gli effetti di un incendio riguardano le trasformazioni fisiche e chimiche prodotte dall’esposizione al calore, alle fiamme ed al fumo, tra le quali: la fusione, la carbonizzazione, la calcinazione, le alterazioni cromatiche, le deformazioni, il deposito di fuliggine, ecc.

I segni dell’incendio per la loro forma o per le loro caratteristiche forniscono indicazioni in merito alla durata ed alla intensità della sollecitazione termica, ovvero alla propagazione delle fiamme, del fumo e del calore. Particolarmente rilevanti sono le linee di demarcazione, le differenze tra aree fra loro contigue e la geometria di questo insieme di effetti.

Come esempio di scenario incidentale si sono presi in considerazione gli impianti fotovoltaici con la presentazione ed analisi di alcuni casi.

ing. Diego Pala

 

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Presentazione_seminario_Fire_Investigation

Fire_Investigation_ing._Bergamo_23-07-2021

 

 

 

 

 

 

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Veramente entusiasmante e pieno di energia positiva il progetto di transizione ecologica della Commissione Europea.

Non ci sono freddi numeri ma concetti, chiari e precisi, per un processo che vedrà la trasformazione graduale delle nostre economie e delle nostre abitudini con l’obbiettivo della neutralità climatica dell’Europa nel 2050 con lo step intermedio del 2030 che vedrà il 55% degli obbiettivi raggiunti.

Nella sostanza si programma la trasformazione di ogni attività che produce CO2 in attività o che ne producano meno o che, addirittura, la consumino.

Ma il processo non riguarderà più solo i grandi consumatori di energia, come i produttori di acciaio, cemento, elettricità etc. ma riguarderà tutti: dai trasporti su rotaia e gomma fino alle nostre automobili, alle costruzioni fino alle nostre abitazioni.

Tutto ciò che può essere migliorato verrà penalizzato fiscalmente: il sistema ETS (Emissione Trade System), che finora è stato applicato solo ai grandi consumatori di energia, verrà applicato anche alla nostra abitazione, alla nostra auto, agli autobus, agli aerei, alle navi etc. mentre ogni processo ambientalmente migliorativo sarà incentivato, come lo è stato il FV che ha avuto una enorme esplosione negli ultimi 10 anni.

L’economia sarà in equilibrio, dunque, perchè i finanziamenti provengono dai risparmi e gli incentivi verranno dai disincentivi e, se ben gestito, il tutto darà un forte impulso all’economia che si trasformerà completamente come si trasformeranno le nostre abitudini sia personali che professionali.

Sappiamo che già ora siamo in un periodo di forti cambiamenti e forse ci stiamo abituando ad avere punti di riferimento nuovi ma ora ci sarà una forte disontinuità con una forte accelerazione che sposterà anche tutti i nostri riferimenti aziendali: i parametri ecologici diventeranno prevalenti sui parametri monetari, per esempio, e questo orienterà i progetti, le soluzioni, le tecnologie, gli obbiettivi.

Saremo quindi ancora più necessariamente interessati a formarci sulle nuove tecnologie con il rischio di restare rapidamente indietro se non lo facciamo.

Ma, come tutti i processi rivoluzionari, non cruenti, il futuro darà molto spazio alla ns fantasia ed alla nostra creatività perchè dovremo esplorare spazi non ancora battuti e le possibilità di inciampare si moltiplicheranno.

Insomma, possiamo essere contenti di una visione generale così creativa ma ora starà a noi, ad ogni livello, trovare le maniere concrete per ideare e realizzare i progetti con successo: ma penso che da ingegneri potremo solo esserne felici!

Livio Izzo

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Allegato1: Communication from the commission to the european parliament, the council, the european economic and social committee and the committee of the regions – FIT foR 55′: delivering the EU’s 2030 Climate Target on the way to climate neutralitys

 

Allegato2: Sintesi giornalistica di GIT 4 55

 

 

 

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In questo articolo, lucidissimo, lungimirante, predittivo ed un pò provocatorio Andrea Dari mette in luce le implicazioni che il piano europeo fit-4-55 provocherà sul mondo delle costruzioni in generale e sulla filiera del Calcestruzzo Armato da un’altra.

 

E’ una analisi molto concreta, affatto fantasiosa, su cui dovremmo tutti riflettere molto attentamente per capire da che parte stare e, fra l’altro, quale mestiere praticare fra una decina d’anni.

 

Livio Izzo

 

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Aggiornamenti dal Consiglio delle Donne della Città di Bergamo.  Approvato l’avvio di un nuovo gruppo di lavoro “PIANO DEI TEMPI E DEGLI ORARI” finalizzato alla revisione del Piano dei Tempi in collaborazione con la Consulta dei tempi della città, consulta prevista dal regolamento comunale.

La partecipazione è aperta

 

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Il Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo è costituito dalle donne elette nel Consiglio comunale e da una rappresentante per ciascun gruppo, associazione, organizzazione che guardi alle problematiche del territorio con “occhi di donna” e che, presentando idonea documentazione, ne abbia fatto esplicita richiesta. Il suo funzionamento è disciplinato da apposito regolamento.

Anche l’Ordine Ingegneri di Bergamo ha aderito e nominato una propria delegata.

Per conoscere meglio il BISOGNO DI QUALITA’ dello spazio pubblico e dei servizi offerti dalla città, il Consiglio ha deciso di svolgere una indagine conoscitiva cui speriamo aderiscano anche tutte le nostre colleghe.

Alleghiamo una comunicazione del CdD e la locandina dell’iniziativa.

Entrambi gli allegati riportano il link per accedere al sondaggio.

Il sondaggio era stato pubblicato in via sperimentale a maggio:

ll Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo promuove un’indagine, rivolta alle donne che vi risiedono, per cogliere il BISOGNO DI QUALITÁ dello spazio pubblico e dei servizi offerti dalla città

Ora è stato pubblicato il sondaggio aggiornato e definitivo per cui chiediamo a chi avesse compilato quello provvisorio di compilare anche questo.

Il Comitato di Redazione

 

Locandina_per_il_questionario

Comunicazione_ufficiale_per_invito_al_questionario

 

QUESTIONARIO: la scadenza della raccolta dati è il 15 settembre 2021
https://www.bergamonews.it/2021/08/28/palafrizzoni-lancia-questionario-online-donne-che-ascoltano-le-donne/460947/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Energia dall’auto alla casa…… una inversione dei ruoli…… la nuova rivoluzione copernicana.

Avete i pannelli fotovoltaici? Avete notato quanta energia, purtroppo, cedete alla rete (Grid) a prezzi simbolici e quanta ne dovete riacquistare agli esosi prezzi di mercato?

Beh, se non avete mai fatto questi conti vi propongo il conto su di me.

Ho un impianto FV da 6 KW che produce mediamente 7 MWh/anno. Esattamente quanta ne consumiamo per casa (e studio). Per una parte di quella prodotta di giorno in esubero abbiamo un accumulatore da 3 KWh (che è costato 6.5 K€!) che ce la restituisce di sera fino ad esaurirsi. Poi attingiamo alla rete cui cediamo, di giorno, l’energia che l’accumulatore non riesce ad immagazzinare.

In totale: cediamo alla rete circa 4 MWh di giorno (e d’estate) per riacquistarla di notte (e d’inverno) ad un delta costo medio complessivo di circa 0.3 €/Kwh pari a 1.200,00€/anno.

Ma un’auto elettrica, anche se piccola-media, ha una batteria che può stivare dai 40 agli 80 kwh che, rispetto ai 3 del ns accumulatore, sono circa dalle 15 alle 30 volte superiori il che significa una capacità di accumulo totale di alcune volte la ns sovrapproduzione.

Se consideriamo una colonnina di ricarica, a doppio senso, con due attacchi e sapendo che le auto di famiglia, a ruotare, sono tre si può evincere una capacità di assorbimento del 100% della energia prodotta dall’Impianto nelle ore in cui, a rotazione, le auto siano presenti.

Se consideriamo un costo di installazione della colonnina di circa 5.000€ si evince che in 4 anni si è ammortizzato l’investimento: un vero affare! Se poi riusciamo anche ad applicare il superbonus 110% allora l’affare si amplifica ulteriormente e “ci crescono i soldi in tasca”!

Beh, non è fantascienza!

La tecnologia già esiste. Si stanno mettendo a punto i software di gestione e la normativa tecnica e fiscale relativa.

A Torino, la FCA stà già completando la sperimentazione sul campo abbinando i pannelli FV installati sulla pensilina del suo parco di auto elettriche (in)vendute e le batterie delle auto parcheggiate sotto.

E non è sola in questo impianto pilota.

Compreso il potenziale business, Terna ed Engie Eps sono i partner dell’impianto che si profila come il più grande al mondo!

Peraltro, il concetto si applica anche ad altre fonti di energia green e ad altre tipologie di accumulatori in una tecnologia che và sotto il nome di Smart Grid…. la socializzazione dell’energia pulita!

 

Livio Izzo

 

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V2G_Smart_Grid

V2G_Drosso_TO

 

 

 

 

 

 

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Il DM 560/2017 impone alle stazioni appaltanti della PA l’uso del BIM secondo la seguente tempistica:

  1. d) Per le opere di importo a base di gara pari o superiore alla soglia comunitaria dal 1/1/2022;
  2. e) Per le opere di importo a base di gara superiore a 1 milione di euro il 1/1/2023;
  3. g) Per tutte le altre opere dal 1/1/2025.

Inoltre impone che l’applicazione del BIM esegua obbligatoriamente 3 attività preliminari:

  1. a) Un piano di formazione adeguato;
  2. b) Un piano di acquisizione di software ed hardware adeguato;
  3. c) “Un atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione, i gestori dei dati e la gestione dei conflitti.”

La relazione di accompagnamento al DM 560/2017 definisce l’atto organizzativo come “un disposto amministrativo che permetta alla domanda pubblica di interiorizzare i processi digitalizzati all’interno delle strutture e delle pratiche organizzative correnti”.

E’ comprensibile, quindi, come tutte le organizzazioni pubbliche, anche di media grandezza, come il nostro Comune di Bergamo, si stiano organizzando per questo processo che individuerà una ridefinizione di tutta la struttura organizzativa preposta a commissionare la costruzione e/o la manutenzione di opere pubbliche.

L’articolo allegato, dell’Ing. Roberto Giangualano di Harpaceas, delinea i vari aspetti che questa riorganizzazione dovrà toccare per apprestarsi a commissionare e gestire i lavori pubblici con approccio e strumenti digitali ed interoperabili con tutti gli altri attori del processo costruttivo: Progettisti, Imprese etc.

Livio Izzo

 

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Atto_Organizzativo

 

 

 

 

 

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Il BIM è uno strumento inutile, un’ulteriore incombenza imposta dalle norme?

Oppure è l’occasione per un cambio radicale di modus operandi?

Sono diversi gli esempi che, nella realtà, hanno dato ragione a questa seconda chiave di lettura; non pochi gli esempi in cui il BIM è stato scelto e adottato sebbene non ce ne fosse l’obbligo, proprio perché il BIM dà la possibilità di un maggior controllo sulla progettazione, con ottimizzazione delle tempistiche di produzione degli elaborati progettuali oltre a computi metrici perfettamente aderenti al progettato.

Anche l’esperienza dei piccoli studi, come quella dell’autrice dell’articolo, dà lo stesso riscontro: anche applicato ai piccoli progetti ha il suo perché!

Non per forza dobbiamo pensare al sistema BIM nel suo complesso (che probabilmente ci sembra inaffrontabile e soprattutto può rivelarsi difficilmente attuabile -perché non coinvolge solo il singolo studio-) ma possiamo cominciare a piccoli passi.

Nell’articolo, la collega Michela Bendotti ci racconta la sua esperienza…..

 

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WHY_NOT

 

 

 

 

 

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CEMBUREAU è l’Associazione Europea del Cemento. Ha base a Brussels e rappresenta, presso la Commissione Europea, tutte le Associazioni nazionali del cemento in tutti i campi di interesse europeo: tecnica, ambiente, energia, occupazione, salute, sicurezza, sostenibilità etc.

In vista degli obbiettivi europei di neutralità climatica, per il 2050, l’industria del cemento e del calcestruzzo ha elaborato un piano molto dettagliato che agisce per fasi e per ciascuno dei segmenti della filiera: Clinker, Cement, Concrete, Construction, Carbonation, le 5 C.

Per ciascuna di queste 5 “C” il piano segmenta ulteriormente il ciclo produttivo nelle singole fasi produttive e, per ciascuna di esse, analizza i margini di miglioramento (ambientale) individuando quelli concretamente raggiungibili e dando, per ciascuno di essi, un cronoprogramma di lavoro.

E non ci sono solo impegni perchè a fronte dei miglioramenti ambientali si prevedono veri e propri “risparmi” sulla “bolletta” energetica, quote ETS in primis ( https://ingegneribergamo.online/incredibile-in-questa-nostra-europa-commerciamo-diritti-ad-inquinare/ ), che dovrebbero finanziare tutto il progetto.

Insomma: un piano molto serio, concreto e credibile che vede una serie di milestone misurabili e su cui rendere conto.

E’ sicuramente un metodo di lavoro encomiabile per un settore industriale che ha già dimostrato, negli ultimi decenni, di essere credibilmente in grado di fare programmi e di mantenerli. Pensiamo p.e. all’uso del CSS, il Combustibile Solido Secondario derivato dalla lavorazione dei RSU, attualmente del tutto integrato nel ciclo di lavorazione del cemento..

Allego due documenti programmatici di CEMBUREAU molto dettagliati, nei segmenti e nelle fasi sopra riassunti, che è interessante leggere sia per poter assaporare un “metodo” di lavoro, necessario per progettare la road map verso il 2050, e sia per scendere scientificamente in ciascuno step del progetto e vedere concretamente quali scelte tecnologiche, organizzative e industriali possono essere messe in campo da una filiera produttiva. Ottimo spunto per stimolare la ns creatività e competenza di ingegneri nel dare il nostro contributo nei nostri rispettivi campi professionali.

Allego anche un documento che riassume l’organizzazione di base di una cementeria per individuare le singole fasi del ciclo produttivo su cui il piano individua singole e specifiche azioni di miglioramento ambientale.

Livio Izzo

 

P.S. Mi dispiace non aver trovato i testi in lingua italiana ma non mi è sembrata una ragione sufficiente per non divulgarli

 

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manufacturing-process-factsheet_update-jan2021
cembureau-2050-roadmap_final-version_web
cembureau-2050-roadmap_executive-summary_final-version_web

 

 

 

 

 

 

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