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L’articolo “Il ponte sullo Stretto di Messina e dintorni”, trae spunto, senza entrare in dettagli squisitamente tecnici, sia da alcune opere che sono state realizzate nella seconda metà del secolo scorso sia dal Ponte, su ci si è molto dibattuto e si batterà in futuro.

Legato ad esperienze personali, è una lettura interessante per conoscere come episodi, seppur marginali, possano alleviare piacevolmente l’assorbente routine della quotidiana attività professionale-

Anna Manzoni

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Un primo excursus sulla normativa nazionale ed europea evidenzia le diversità di approccio alla materia in Italia e all’estero: in Italia è necessaria una competenza a priori, che altrove è invece guidata da un percorso dettagliato e oneroso. Ne discende la necessità di una preparazione specifica e della costruzione di strumenti operativi, anche empirici, per effettuare le necessarie preliminari valutazioni di massima.

Questo corso le fornisce, in abbondanza, e il docente Dott. Alessandro Merlino, consulente e formatore per la salute e sicurezza sul lavoro, si mostra approfondito conoscitore della materia, con suggerimenti e metodi di approccio funzionali alla corretta valutazione del rischio da rumore nelle diverse anche ingannevoli situazioni.

E’ inoltre un corso particolarmente godibile per la numerosità di esempi, aneddoti e casistiche illustrati, oltre che per gli aspetti specifici anche inattesi che la materia offre.

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ARTICOLO_RISCHIO_RUMORE

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Nel nostro avvincente viaggio fra storie di BIM, simili fra loro ad un livello epidermico ma profondamente uniche se “ascoltate” con attenzione, oggi siamo ospiti di una delle più grandi industrie di prefabbricazione in Italia che, nell’arco di alcuni anni, ha implementato diversi aspetti della materia ed altri ne ha, all’orizzonte.

Il primo aspetto è l’interazione con i Progettisti: per proporre una propria soluzione, il prefabbricatore riceve un progetto architettonico e/o uno strutturale ed è agli stessi professionisti che propone una propria ingegnerizzazione del progetto oltre che del cantiere. Come avviene questa parte in BIM?

Un attimo dopo aver condiviso gli aspetti tecnici con i Professionisti, occorre fare una offerta al Committente e come, se non con il livello 5D (costi), si può gestire meglio l’estrazione delle quantità da un Modello BIM?

A questo punto subentra il calcolo strutturale ed il modello BIM deve interagire col modello FEM: quali sono i colli di bottiglia e le soluzioni, realizzate o potenziali di interazione fra i due mondi: a monte, per tradurre un modello BIM in un modello FEM e, a valle, dei postprocessor, per popolare di armature gli oggetti “vuoti” del modello BIM?

Arrivati alla produzione quali procedure, realizzate e/o in fase di sviluppo, sopravvengono per la creazione degli esecutivi, dal modello BIM ora popolato di armature e per il passaggio delle informazioni di dettaglio al gestionale?

Ed infine, per la gestione del cantiere, cosa se non il livello 4D (tempi) abbinato ad un Gantt può accompagnare in maniera più efficace la logistica, il montaggio e l’interazione con le altre lavorazioni contestuali?

Per dare una risposta a queste domande, fra quelle possibili, incontriamo l’Ing. Marco Bifulco, Project & BIM Manager della Manini Prefabbricati S.p.A. di Santa Maria degli Angeli (PG).

Livio Izzo

Delegato CNI in UNI Comm. BIM

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BIM_Stories_02_Manini

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Gennaro Guala aggiunge alcune personali considerazioni – nate in parte da letture, in parte da esperienze professionali, in buona parte generate da stimoli esterni – attorno alla mitizzazione che oggi si tende a fare dell’I.A. Qualche paginetta scritta in modo discorsivo, quasi rilassante, che ne facilita la lettura e toglie loro qualsiasi velleità dogmatica.

Anna Manzoni

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Intelligenza_artificiale_e_Società

Quarteroni
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La commissione tecnica UNI/CT 033/SC 05 ha elaborato la guida UNI “Guida alle norme per le costruzioni digitali – La parte 0 della UNI11337” per interagire con le norme relative alla gestione in BIM, al fine di supportare ogni operante nel processo edilizio, dal committente al gestore dell’opera, nella gestione digitale delle costruzioni.

Il documento permette di orientarsi sul pacchetto normativo a disposizione, a partire dalla norma nazionale per eccellenza che regola il BIM, la serie UNI 11337. Essa si rivolge a tutti gli attori del processo edilizio, soprattutto progettisti e stazioni appaltanti, e si applica a tutti gli interventi edilizi, comprese le infrastrutture.

La guida è divisa in tre sezioni:

Parte 1: viene descritto cosa si intende per BIM e gestione digitale delle costruzioni, quale vantaggio potrebbe derivare da questo percorso di innovazione, chi c’è dietro al lavoro normativo e come riconoscere le norme che ricadono ai sensi del regolamento europeo.

Parte 2: viene fornito l’approfondimento alle principali norme sul BIM in particolare la serie UNI 11337 e la serie UNI EN ISO 19650. Nel testo è presente una mappa concettuale sul pacchetto normativo e ciascuna norma è descritta secondo i parametri di scopo, a cosa serve, quando usarla e chi la dovrebbe usare.

Parte 3: nella parte finale, la guida si conclude con un glossario dei termini e definizioni sul BIM, compresi gli acronimi e la relativa traduzione inglese.

Questo importante documento offre una fotografia sulle norme attualmente in vigore e che possono essere usate fin da subito, e sarà costantemente aggiornata con le nuove norme che verranno pubblicate in futuro.

UNI

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Nel nostro viaggio fra le diverse applicazioni del BIM, oggi visitiamo una organizzazione che fà ampio uso dell’HBIM, alias Historical BIM, che la BP&P di Torino applica prevalentemente agli edifici storici di pregio, facendoli rivivere per restituirli alla Città. Nel suo caso, a Torino ed a Milano.

E’ l’aspetto operativo della Riqualificazione Urbana che, come Sito Culturale dell’OIB, abbiamo già affrontato con altri contenuti perchè ci coinvolge a tutti i livelli di scala…… e sicuramente molto anche a livello cittadino.

In questa intervista, all’Arch. Grillo ed all’Ing. Rampino, si affronta il tema a livello sia operativo che imprenditoriale.

Livio Izzo

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Articolo BP&P
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E’ assolutamente normale, nella ns organizzazione del lavoro, che un Produttore, o Fabbricante nella terminologia europea, abbia dei fornitori e/o dei subappaltatori ma la catena è spesso così lunga e complessa che non sempre è chiaro come si ripartiscono le incombenze, le responsabilità, i requisiti tecnico organizzativi e le certificazioni.

Questo comporta un impegno da parte degli stakeholder di commessa, fra cui il Committente, il Progettista, il DL ed il Collaudatore, ad interfacciarsi con le varie figure in maniera appropriata, sapendo cosa hanno diritto di chiedere e come valutare quanto gli viene consegnato in termini di appropriatezza, congruenza etc.

Da qui scaturisce questa mia intervista all’ingegnere Igor Menicatti che segue questi temi da molti anni come Responsabile della Certificazione di Prodotto in ICMQ Spa.

Ing. Livio Izzo

N.B. L’intervista, molto complessa e completa, è stata splittata da Il Giornale dell’Ingegnere in due parti. La presente è la seconda delle due

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L’autore fa una completa disanima delle cause socio-economiche che hanno cambiato il “rapporto” – in parte per ora, in gran parte nel futuro – fra l’utente e la casa che abita. Problema risolvibile in parte nella distribuzione interna dei locali, con la ristrutturazione dell’unita abitativa, ma insufficiente di fronte alla sbrigativa soluzione adottata nella costruzione dell’immobile in cui essa è allocata.

Il boom della casa si è avuto nel dopoguerra, complice l’urgenza di fare (fare in fretta), ma anche di economizzare al massimo, il che non può dare buoni risultati, anche se legati, generalmente, alla limitata capacità economica degli acquirenti. Oggi è maturato un concetto diverso: la casa non è più la tana dove la famiglia si rifugia a fine giornata, ma un luogo circondato dal verde, con ampi affacci sullo stesso e gli spazi per le attività sociali che include. Gli inarrestabili cambiamenti sociali favoriranno o ostacoleranno questo senario? Lo dirà il futuro.

GG

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edifici_abitativi
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Senza mettere in dubbio la validità e l’importanza del fine che si ripromette di raggiungere la direttiva Ue, tesa ad abolire l’effetto inquinante del patrimonio edilizie, l’Autore si pone una lecita domanda:

“L’Italia sarà puntuale nel rispettarne i termini allo scadenze prefissate?”

Impianti solari, adeguamento dell’isolamento termico, legati entrambi all’adeguamento sismico degli edifici, possono essere di aiuto: ma risolveranno il problema? Non si sa, e non lo sapremo fino a quando gli ingegneri non saranno messi in grado di completare un’indagine preliminare, separando il possibile dall’impossibile.

GG

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LA_NUOVA_FRONTIERA_DEL_PATRIMONIO_EDILIZIO_GREEN
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Non solo ingegneria! Il collega ing. Ezio Goggia ha anche un’anima artistica che avremo modo di apprezzare visitando la mostra pittorica che si terrà dal 6 al 18 aprile nella bellissima cornice del Castello di Ubiale Clanezzo dove esporrà le sue opere, dagli anni 80 ad oggi, in un interessante e stimolante “confronto” con quelle dell’amico Pietro Regazzoni, grazie a due percorsi espositivi che si svolgeranno in parallelo.

La critica d’arte Francesca Buonincontri, nell’articolo che segue, presenta la mostra e i due artisti delineandone brevemente ma efficacemente i profili e le peculiarità che contraddistinguono e caratterizzano le relative opere rendendo l’esposizione di pittura «Ezio Goggia, Piero Regazzoni: due amici si raccontano» un evento di sicuro interesse per tutti i colleghi e non solo!

Anna Manzoni

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articolo_Goggia
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