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Costruire Top Down, specialmente i parcheggi interrati nelle grandi città, non è una tecnologia nuova ma, trattandosi di cantieri poco frequenti, non tutti i Progettisti si sono imbattuti in questo tema.

Peraltro, a seconda di come si presenta il cantiere, si possono imboccare strategie anche molto diverse che ottimizzano diversi scenari.

Questo video passa in rassegna proprio i paletti posti dai diversi scenari di cantiere e le possibili strade da percorrere, con diverse tecnologie incluso il Sistema a Nodo Umido Strutturale

(https://ingegneribergamo.online/sistema-costruttivo-a-nodo-umido-strutturale-lanello-di-congiunzione-fra-due-tecnologie-mature/

evidenziando le rispettive criticità e le specifiche soluzioni.

Ing. Livio Izzo

 

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L’utilizzo del CSS (Combustibile Solido Secondario, derivante dalla frazione secca non differenziabile dei RSU) al posto del gas sembra la via più naturale al risparmio sia economico che di produzione di Co2 (il CSS costa 1/16 del gas e produce molta meno Co2 di questo) ma in Italia stenta ad essere utilizzato e prende in massima parte la via dell’estero.

I fautori di questa sostituzione dicono che le resistenze sono ideologiche e non giustificate. Come Ingegneri penso che abbiamo il dovere di farcene la nostra idea e contribuire culturalmente al dibattito. Proprio lo scopo del nostro Sito Culturale.

Invito i Colleghi a condividere questo post sui propri profili social e ad esprimere la propria opinione.

Livio Izzo

 

 

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Data Retention… di cosa si tratta? Quali sono le richieste normative e quali le problematiche?

dall’articolo si evince che il vero problema alla base di questa tematica concerne la difficoltà di provvedere alla cd “cancellazione mirata”.

Non appare affatto agevole riuscire ad identificare cosa cancellare/distruggere; cancellare in modo mirato è, talvolta, assai complicato. Si pensi ad esempio, all’ipotesi di backup contenenti dati/informazioni che di fatto sono “congelati” ed, in quanto tale, restano ad libitum.

L’opportunità di basarsi su criteri che non sono ufficiali, ma dettati da anni di esperienza e ragionevole buon senso, da un lato evidenziano il perché non sia possibile generalizzare per casi specifici in quanto innumerevoli sono le variabili, dall’altro dimostrano come siano una ulteriore misura di accountabilty attraverso la quale il Titolare “…chiede all’interessato di dargli fiducia”.

Questa è la (nuova) data protection di cui la data retention è, senz’altro, uno degli elementi fondanti.

 

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Il tema trattato in quest’articolo riveste un ruolo importante, nell’ambito dell’ingegneria civile, in quanto legato ad azioni che comportano ingenti perdite, sia da un punto di vista economico che umano.

È quindi un problema particolarmente sentito in ambito nazionale e internazionale e, come detto in precedenza, assume una certa rilevanza nella gestione del rischio di infrastrutture critiche o rilevanti per la risposta alle emergenze.

Sono ancora tanti i problemi aperti sulla robustezza e ulteriori ricerche sono necessarie per migliorare le indicazioni fornite dai codici normativi più evoluti. Ciononostante, gli autori del presente articolo hanno cercato di fornire alcuni elementi essenziali per valutare la sicurezza strutturale in presenza di eventi estremi, che sempre meno possono considerarsi rari anche a causa dei cambiamenti climatici e dell’evoluzione subita dall’assetto geopolitico mondiale.

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La attenzione ai criteri costruttivi per limitare il fabbisogno energetico degli edifici, sia durante il periodo invernale che estivo, è oramai una necessità cui il professionista non può derogare. L’articolo allegato ne da un esempio mettendo in evidenza anche i limiti degli attuali decreti attuativi che guardano più ai periodi freddi che a quelli caldi che, a causa del cambiamento climatico, sono sempre più frequenti.

Gianfranco Benzoni

 

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Articolo che bene riassume quanto discusso in un seminario, organizzato nel 2021 con L’ENEA. Riassumendo: allo stato attuale della ricerca l’Idrogeno può essere pensato solo in situazioni di trasporti con grandi mezzi, ovvero treni e navi, ove lo stoccaggio potrebbe essere mirato, c’è spazio per le celle a combustibile e dove sia possibile produrlo con energia rinnovabile attraverso processi elettrolitici. Al riguardo si sta cercando di produrre celle ad alta efficienza per superare il gap di costo che oggi lo penalizza rispetto al sistema tradizione del reforming. Informo che c’è un progetto in corso per il treno della valle Camonica.

 

Gianfranco Benzoni

 

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L’indagine dell’Unità Investigativa di Greenpeace Italia svela che la maggior parte dei rifiuti organici in Italia finisce in impianti che non sono in grado di trattare efficacemente i materiali in plastica compostabile, che così finiscono in inceneritori o in discarica, in barba alla presunta sostenibilità.

In Italia i prodotti monouso in plastica compostabile come piatti, posate e imballaggi rigidi, devono essere smaltiti insieme agli scarti alimentari. Tuttavia, stando ai dati del Catasto rifiuti di ISPRA, il 63 per cento della frazione organica è inviata in impianti che difficilmente riescono a degradare le plastiche compostabili.

Il resto finisce in impianti di compostaggio che abitualmente operano con tempi decisamente inferiori a quelli necessari a garantire la compostabilità. Una situazione conseguenza dell’impiantistica non sempre adeguata ma anche dell’evidente scollamento tra le certificazioni sulla compostabilità e le reali condizioni presenti negli impianti.

Sono queste alcune delle criticità elencate a Greenpeace da numerosi imprenditori del settore e dal personale tecnico dei laboratori intervistati.

I risultati dell’inchiesta gettano ancora più dubbi sull’operato dell’Italia che da anni incentiva la sostituzione delle plastiche fossili con quelle compostabili, lasciando inalterata la logica del monouso i cui impatti risultano sempre più devastanti.

 

Gianfranco Benzoni

 

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Ormai da diversi anni molti di noi si interrogano su quale dovrà essere il futuro del sistema ordinistico, in particolare quello che regola gli ingegneri italiani. Ci domandiamo come strutturare l’attività degli Ordini in modo che possano rispondere al meglio alle esigenze degli iscritti, in un mondo contemporaneo che procede ad altissima velocità e che determina continui cambiamenti. Volgiamo, insomma, lo sguardo in avanti. Tuttavia, nel fare questo non possiamo ignorare gli avvenimenti del passato. Non possiamo, ad esempio, evitare di chiederci perché, ad un certo punto, gli ingegneri italiani avvertirono l’esigenza di creare un loro Albo e quali e quante battaglie politiche dovettero affrontare per raggiungere i loro obiettivi. Come e perché si arrivò alla creazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e ai Consigli delle altre professioni. Quali sfide si ponevano allora gli ingegneri italiani e cosa fecero concretamente per vincerle. Quali sono state, nel corso degli ultimi cento anni, le maggiori esigenze degli iscritti all’Albo, cosa è stato fatto per soddisfarle e quali analogie si riscontrano con la realtà contemporanea. La risposta a queste ed altre domande offre, a chi è chiamato ad assumere la responsabilità del governo del sistema ordinistico, importanti elementi per comprendere quali potranno essere le migliori strategie per affrontare le prossime sfide della categoria.

Per questo motivo il Consiglio Nazionale ha avviato da tempo iniziative per assicurare alla categoria la conoscenza, anche critica, del proprio passato, soprattutto sugli aspetti “politici”, che coinvolgono spesso l’attività di altre associazioni ed organizzazioni degli ingegneri, ma anche di altre professioni. Il lavoro svolto è stato notevole, avviato alcuni anni fa chiedendo agli Ordini ed agli iscritti, alle associazioni di categoria, alle università, etc., documenti, libri, giornali, riviste, fotografie, per acquisire quelle informazioni necessarie per avere un quadro complessivo di quanto avvenuto a partire dalla fine dell’800. In questa logica l’impegno si è concretizzato anche nella costituzione della Biblioteca del Consiglio Nazionale, finalizzata soprattutto a raccogliere documenti su temi politici ed istituzionali più che tecnico-scientifici, e la collaborazione con l’AISI (Associazione Italiana di Storia dell’Ingegneria, nata nel 2004) che, a partire dal 2006, ha organizzato con cadenza biennale il Congresso Internazionale di Storia dell’Ingegneria, che, curato dal Prof. Ing. Salvatore D’Agostino, collega esperto ed CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI Protocollo U-ss/4914/2022 del 20/05/2022 appassionato cultore della materia, ha prodotto tantissimi documenti e studi, raccolti in splendidi volumi.

A coronamento di questa attività, è nata la decisione di pubblicare la Storia degli Organi di Rappresentanza Istituzionale degli Ingegneri, che abbiamo intitolato “Ingegneri e Rappresentanza”. Scritta da Antonio Felici, con la collaborazione e la prefazione del Presidente Armando Zambrano, l’opera, articolata in 3 volumi, partendo dal lungo percorso che portò alla creazione dell’Albo, ricostruisce in maniera analitica l’attività del massimo organismo di autogoverno della categoria degli ingegneri italiani. Nel primo volume, in particolare, sono ricostruiti tutti i tentativi di creare un organo unitario di rappresentanza degli ingegneri italiani a partire dal 1875, fino al raggiungimento del complicato traguardo con la legge istitutiva del 1923. Dopo l’analisi del periodo fascista, nel corso del quale la tenuta dell’Albo fu appannaggio dei Sindacati e i previsti meccanismi di autogoverno della categoria furono congelati, l’opera prosegue con la ricostruzione storica della nascita del CNI e con l’analisi sistematica della sua attività fino ai tempi recenti, attraverso l’approfondimento specifico delle singole consiliature. Il libro, inoltre, analizza in dettaglio l’andamento di tutti i Congressi Nazionali organizzati dal 1948. Sono presenti, inoltre, numerosi box di approfondimento dedicati alla descrizione degli scenari politici per ciascun periodo di riferimento e all’approfondimento di temi e progetti di particolare rilievo.

L’opera, infine, contiene una corposa raccolta di documenti pubblicati in appendice. Pertanto, nei prossimi giorni il CNI provvederà ad inviare copie della pubblicazione agli Ordini territoriali ed alle Federazioni. Altre copie saranno inviate alle altre professioni ed a importanti rappresentanti istituzionali. In allegato a questa circolare, inoltre, inviamo copia dell’opuscolo distribuito in occasione della celebrazione del recente convegno di Storia dell’Ingegneria, tenutosi lo scorso 16 maggio a Napoli, e giunto alla 9a edizione, che affronta in maniera sintetica il tema “Ingegneria e rappresentanza” e che è stato oggetto della relazione presentata dal Presidente Armando Zambrano.

Infine, è intenzione del Consiglio presentare l’opera in occasione di un convegno specifico cui saranno invitati i rappresentanti degli Ordini Territoriali, delle Federazioni e Consulte e di importanti istituzioni nazionali.

 

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO

(Ing. Angelo Valsecchi)

IL PRESIDENTE

(Ing. Armando Zambrano)

 

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In un mondo in continua evoluzione, sempre più velocemente, é facile voler bruciare le tappe per stare al passo coi tempi.

Tuttavia, come ben spiega l’articolo, la tecnologia non può essere trattata come un aspetto indipendente, ma deve essere legata alla maturità e ai processi aziendali e di commessa.

Uno dei principali errori commessi dalle aziende riguarda l’acquisto di soluzioni tecnologiche senza aver prima definito la propria maturità digitale e aver mappato i processi aziendali.

Solo dopo questa fondamentale analisi si potrà passare all’azione evolutiva!

 

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Le applicazioni possibili della tecnologia BIM alla progettazione antincendio sono molteplici, in questo articolo ne sono state indicate solo alcune. Anche i vantaggi sono numerosi, a partire dalla facilità con cui è possibile modificare le scelte progettuali fatte in precedenza: per ogni singola modifica fatta, si aggiorna l’intero modello, quindi tutte le viste relative. Lo stesso vale per i parametri: modificando la compilazione di un parametro si aggiorneranno tutte le viste e gli abachi. In caso di progettazione con soluzioni alternative, il modello geometrico può essere esportato e utilizzato per simulazioni avanzate di incendio e di esodo, velocizzando il processo progettuale.

Inoltre, una progettazione antincendio realizzata in questo modo non si ferma alla sola parte di prevenzione e protezione, ma è già rivolta verso la gestione della sicurezza antincendio, tema sempre più attuale. Il modello BIM, infatti, può essere utilizzato dalle aziende o dalle ditte manutentrici per tenere monitorate le scadenze dei controlli sugli impianti e sulle attrezzature antincendio, oltre che per aggiornare le informazioni del modello stesso in base ai risultati dei controlli periodici.

Un ultimo vantaggio, ma non meno importante, è la facilità con cui si possono ricavare le informazioni da un unico modello: è sufficiente interrogare un elemento, guardandone le proprietà, per capire la sua funzione specifica all’interno del progetto antincendio. Magari in un futuro non troppo lontano la presentazione di istanze di prevenzione incendi non avverrà tramite formati 2D non interrogabili, ma con un unico modello BIM consultabile e contenente tutte le informazioni progettuali.

 

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